BOLOGNA – Prosegue la quarta e ultima edizione di Atlas of Transitions Biennale, dal titolo We The People, con il programma di appuntamenti previsti per la seconda e terza giornata.
Realizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione, con la cura di Piersandra Di Matteo, il festival ripensato per il periodo invernale, e ferme restando le condizioni di emergenza, muta da spazio fisico a spazio acustico, sottolineando ancor più la dimensione dell’ascolto.
We The People sigla al contempo la conclusione del progetto europeo Atlas of Transitions. New Geographies for a Cross-Cultural Europe in cui undici partner in sette paesi – Italia, Albania, Belgio, Polonia, Francia, Grecia e Svezia – hanno collaborato negli ultimi tre anni per progettare e realizzare, attraverso diverse pratiche artistiche, esperienze innovative di interazione e reciprocità tra cittadini europei, residenti stranieri e nuovi arrivati (migranti, richiedenti asilo, minori non accompagnati, rifugiati).
People non è una voce unitaria: presuppone una pluralità di corpi non riconosciuti in un unico soggetto. Nel We risuona una moltitudine di pronunce che si radunano in luoghi temporalmente diversi, in differenti tipi di spazi, ambienti e zone d’ombra.
Attraverso performance, proiezioni filmiche, incursioni radiofoniche, workshop per gli studenti delle medie superiori, We The People vuole essere un invito a contrastare la subalternità razziale, di genere, sociale, economica, per affermare l’urgenza di una politica dell’ascolto basata sul diritto di tutti a essere ascoltati.
Giovedì 3 dicembre alle ore 17.30, in collaborazione con DAMSLab – Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, ha luogo la tavola rotonda a partire dalla pubblicazione Right to the City, Performing Arts and Migration (FrancoAngeli 2020), volume curato da Roberta Paltrinieri, Paola Parmiggiani, Pierluigi Musarò e Melissa Moralli e nato dal lavoro triennale di collaborazione tra università, centri di ricerca, teatri e realtà culturali europee nel quadro del progetto Atlas of Transitions. New Geographies for a Cross-Cultural Europe: un momento di riflessione sulle modalità con cui le pratiche artistiche costruiscono spazi di resistenza, forme di sovversione e discorsi contro-egemonici sulla migrazione. Introduce Roberta Paltrinieri, partecipano Giulia Allegrini, Ruggero Eugeni, Pietro Floridia, Melissa Moralli, Pierluigi Musarò, Paola Parmiggiani. La tavola rotonda è in diretta streaming sulle pagine Facebook DAMSLab, Atlas of Transitions – Italia e Fondazione per l’Innovazione Urbana.
Nella stessa giornata la regista Anna de Manincor e il sound artist Massimo Carozzi di ZimmerFrei, collettivo associato alla Biennale, conducono Per me sono tutti neri, voglio dire normali, un laboratorio di visione, analisi del mezzo filmico e discussione dei temi centrali dei quattro episodi di Saga, che presenteranno poi al pubblico il 6 dicembre sulla piattaforma #iorestoinSALA. Il percorso, che si svolge fino a sabato 5, è rivolto a studentesse e studenti delle scuole medie superiori, un intenso dialogo attivato in questi anni da Atlas of Transitions e da ERT Fondazione con le scuole di Bologna.
Venerdì 4 dicembre alle ore 17.30, l’artista e teorico statunitense Brandon LaBelle – autore di libri importanti sul rapporto tra ascolto, giustizia acustica e cittadinanza come The Other Citizen (2020), Sonic Agency (2018) – anima il seminario Sound, Acoustics, and the Politics of Listening, in dialogo con la storica dell’arte e direttrice artistica della Biennale Internationale de Casablanca Christine Eyene e con la studiosa greca di arti performative Hypatia Vourloumis, interessata agli studi sul suono con approccio queer, anticoloniale e femminista. Prendendo le mosse dal libro Beyond the Periphery of the Skin di Silvia Federici, in cui si afferma l’urgenza dell’ascolto del corpo come tattica di riappropriazione e reinvenzione del suo potere, il seminario ne indaga le potenzialità affettive ed epistemologiche nella dimensione sociale e politica. Il talk è in diretta streaming sui canali Facebook di Atlas of Transitions – Italia e di ERT Fondazione.
We The People è realizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione, in dialogo con una larga rete di collaboratori urbani. Centri culturali, cooperative impegnate nell’accoglienza, organizzazioni attive nella mediazione culturale, associazioni di comunità immigrate e attivisti, in connessione con le principali istituzioni culturali della città, tra le altre Fondazione Cineteca, Fondazione per l’Innovazione Urbana, Dipartimento di Sociologia e DAMSLab – Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, MAMbo – Museo di Arte Moderna di Bologna, insieme a Neu Radio, Atlantico Festival, CHEAP street poster art, Mediterranea Saving Humans.
L’immagine scelta per Atlas of Transitions Biennale 2020 | We The People è della fotografa sudafricana Alice Mann, tratta dalla serie Drummies che comprende ritratti di “drum majorettes”, atlete adolescenti provenienti dalle comunità più emarginate del paese che scelgono questo sport altamente competitivo come forma di riscatto sociale e self-empowerment.
2018 ©Alice Mann_Hillcrest Primary Majorettes from the series Drummies (2018)
Informazioni:
gli appuntamenti sono gratuiti a eccezione di Saga di ZimmerFrei il 6 dicembre (in prima visione sulla piattaforma #iorestoinSALA, in collaborazione con la Cineteca di Bologna al prezzo di 5 €; per assistere alla proiezione occorre collegarsi al link https://programmazione.cinetecadibologna.it/).
Atlas of Transitions Biennale
WE THE PEOPLE
Arti • Migrazioni • Cittadinanze
dal 2 al 7 dicembre 2020 – Bologna
performance | incursioni radiofoniche | talk | film | workshop
Programma di giovedì 3 e venerdì 4 dicembre