BOLOGNA – Si conclude il progetto triennale Atlas of Transitions. New Geographies for a Cross-Cultural Europe, co-finanziato dal programma Creative Europe, che dal 2017 a oggi ha visto collaborare undici strutture teatrali e culturali in sette paesi – Italia, Albania, Belgio, Polonia, Francia, Grecia e Svezia – insieme ad altrettante università che ne hanno accompagnato il percorso.
La partnership, coordinata da Emilia Romagna Teatro Fondazione nel ruolo di project leader, e dal Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna per il network universitario, ha indagato e sperimentato il ruolo cruciale che le pratiche artistiche possono svolgere nel promuovere spazi di relazione, inclusione, negoziazione e immaginazione condivisa tra cittadini europei e nuovi cittadini migranti. In un panorama segnato da profonde differenze e conflitti in materia di accoglienza e riconoscimento di cittadinanza delle persone straniere, e attraverso un ampio spettro di azioni artistiche, il progetto ha messo al centro la responsabilità della cultura e in particolare delle arti performative di produrre nuove narrative e forme efficaci di dialogo interculturale.
«Un’esperienza – come afferma il presidente Giuliano Barbolini – che ha visto numerose realtà cittadine, nazionali e internazionali collaborare e cooperare per la realizzazione del progetto, fortemente dedicato a tematiche attuali e urgenti del nostro quotidiano.
Argomenti, che in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, occorre non dimenticare o tralasciare. Il Festival anche in questa edizione è riuscito a portare alla luce le fratture di questi tempi e, non potendo abitare le piazze, i quartieri e i teatri, Atlas of Transitions Biennale ha saputo trasformarsi e ripensare lo spazio di condivisione sulla piattaforma web, rendendo i contenuti accessibili a un pubblico quanto più vasto ed eterogeneo. L’attenzione alle collaborazioni internazionali, e lo sguardo vigile verso il territorio e la comunità che vi risiede riflettono pienamente la vocazione di ERT nel suo modo di interpretare la funzione di Teatro Nazionale, e Teatro stabile pubblico regionale, concorrendo ad un ulteriore momento di crescita e qualificazione».
Negli ultimi tre anni Atlas of Transitions ha coinvolto a livello internazionale artisti, curatori, ricercatori, esperti e attivisti. La partnership include per l’Italia Cantieri Meticci oltre a Emilia Romagna Teatro Fondazione e all’Università di Bologna; Backa Theater e Gothenburg University (Svezia); Le Channel Scène Nationale e Università di Lille (Francia); Motus Terrae e Università di Atene (Grecia), Théâtre de Liège, DC&J Création e CEDEM (Center for Ethnic and Migration Studies)-Università di Liegi (Belgio), Powszechny Theatre e CMR (Center of Migration Research)-Università di Varsavia (Polonia); A.T.K.-Albanian Theatre Association, Tjeter Vizion e Università di Elbasan (Albania).
www.atlasoftransitions.eu
ATLAS OF TRANSITIONS BIENNALE. BOLOGNA, 2018-2020
Atlas of Transitions Biennale, il programma bolognese del progetto europeo, è stato promosso da ERT Fondazione in collaborazione con i due partner italiani Cantieri Meticci e il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna.
Curata da Piersandra Di Matteo, la Biennale ha lavorato in questi anni per sgombrare il campo dall’immagine che vede la migrazione solo in termini di emergenza e pericolo, sperimentando poetiche di relazione in orizzonti collettivi. Nel biennio 2018-2020 si è promossa l’attivazione di pratiche di condivisione collocate nella trama della vita urbana, progetti artistici capaci di narrazioni contro-egemoniche, azioni performative sempre al confine tra arte e attivismo, processi di co-creazione pronti a rivelare universi silenziati o realtà marginalizzate, dibattiti contro subalternità razziale o di genere.
La prima edizione Right to the City (2018) ha messo in evidenza il nesso tra arti, migrazioni e cittadinanze, rivelando la capacità urbana di combattere le situazioni non inclusive con atti simbolici e convocando il diritto di tutti a manifestare la propria presenza, a rendersi visibili.
Contro ogni feticizzazione dello straniero, l’edizione dal titolo HOME (2019) ha indagato la nozione di sradicamento/radicamento attraverso uno sguardo tutto femminile, dando spazio a affetti, memorie, saperi, movimenti sensoriali che si manifestano nella concretezza delle relazioni. Ma la Biennale – in piena pandemia – è stata anche un laboratorio di pensiero e scambio di pratiche con la Summer School Internazionale Performing Resistance (2020), in cui si è discusso di razzismo, percezione della paura, dispositivi creativi intesi come forme di resistenza nello spazio pubblico.
Infine il presidio invernale, l’ultima edizione della Biennale, We The People (2020) ha promosso azioni fondate su una politica dell’ascolto basata sul diritto di tutti a essere ascoltati, rendendo lo spazio fisico della performance, venuto a mancare a causa dell’emergenza sanitaria, in luogo acustico. We The People è stato una moltitudine di voci in cui risuonava la potenzialità del fare comune e la performatività politica di un popolo in azione.
Con orgoglio possiamo affermare che Atlas of Transitions Biennale ha riscontrato, nel corso degli anni, una grande adesione, partecipazione e attenzione nazionale e internazionale. Le sale del teatro, le piazze della periferia, le arterie principali della città, il DAMSLab sono stati invasi da un pubblico multiculturale. Tutto questo è stato possibile grazie al dialogo con una larga rete di collaboratori nella città di Bologna:
DAMSLab-Dipartimento delle Arti Università di Bologna, Fondazione Cineteca di Bologna, MAMbo Museo di Arte Moderna-Bologna, Fondazione per l’Innovazione Urbana, Centro Interculturale Zonarelli, Fondazione Nuovi Mecenati, Fondazione Gramsci Emilia Romagna, Accademia Belle Arti di Bologna, ASP Città di Bologna, Arci e Arci Solidarietà Bologna, Mediterranea Saving Humans, Centro Studi “G. Donati”, CHEAP Street Poster Art Festival, Next Generation Italy, TPO, Làbas, Ya Basta! Bologna, ZimmerFrei, Atlantico Festival, Amnesty International Italia, Arca di Noè Cooperativa Sociale, C.I.D.A.S. Cooperativa Sociale, Open Group, Biografilm Festival, Danza Urbana, Centro Amilcar Cabral, Casa delle Donne per non subire violenza, Centro delle Donne | Biblioteca Italiana delle Donne, Scuola delle Donne | Pilastro (CESD), AfroWomenPoetry, Alliance Française, Art+Feminism, Arte Útil, A.PU.BO Associazione dei Peruviani uniti in Bologna, ALMI Associazione Italiana dei Lavoratori Marocchini, Amiss Associazione Mediatrici Interculturali, , Ass. A.C.A.B.A.S., Ass. Culturale Iraniana a Bologna, Ass. Culturale Italia-Ucraina, Ass. Musicale Lulian, Ass. Vicini D’Istanti, Ass. Wuxu, Ass. Ubu per Franco Quadri, Ateliersi, Collettivo Amigdala, Compagnia Teatrale Ma2ta, Raggi di Sole APS – Associazione donne filippine, Ass. Assopace Palestina, Coop Alleanza 3.0, Hayat-Life Growth Resiliency, Hudud, Associazione Donne di Sabbia, I.S.S. Aldini Valeriani-Sirani, Opificio Neirami, Piazza Grande, Radio India-Teatro di Roma, Radio Panik, Teatri di Vita, The Sound Routes project, Usma radio, Vesta-Rifugiati in famiglia, Zoopalco.
Le quattro edizioni di Atlas of Transitions Biennale sono state patrocinate dal Comune di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna.
Media partner: Rai Radio3, Radio Città del Capo, Zero Bologna, DINAMOPress, Left, Neu Radio, Radio Alta Frequenza, Associazione Carta di Roma, Open Migration, Africa e Mediterraneo, Voci Globali, About Bologna.