FERRARA – Arnoldo Foà, attore, regista teatrale, doppiatore, cantante e scrittore, era nato a Ferrara, il 24 gennaio del 1916. Proprio la sua città natia lo omaggerà con l’intitolazione della sala grande del Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, il prossimo 15 febbraio, alla presenza della moglie e delle figlie di Foà. Seguirà la visione, aperta gratuitamente alla città, del film-documentario “Io sono il teatro”, per la regia di Cosimo Damiano Damato (Corvino Produzioni), un viaggio nella memoria del vissuto artistico e umano dell’attore, autore, regista, commediografo, scultore, pittore e poeta.
“La sua carriera artistica fu ricca di successi, riconoscimenti e contributi significativi alla cultura italiana. Stiamo lavorando con la famiglia per realizzare a Ferrara una serie di iniziative per commemorare e ricordare la figura di Arnoldo Foà, cui ora sarà intitolata anche una delle sale più importanti del Teatro Comunale”, dice l’assessore Marco Gulinelli.
In più, in occasione delle commemorazioni per il Giorno della Memoria, mercoledì 24 gennaio alle 17 al Salone d’Onore di Palazzo Roverella (Corso della Giovecca, 47), si è tenuto l’incontro “Ebraismo, cinema, teatro e vita ebraica: per un profilo di Arnoldo Foà nel decennale della scomparsa”, organizzato dall’Istituto Provinciale Nastro Azzurro di Ferrara, il Circolo Negozianti, e l’Associazione De Humanitate Sanctae Annae. Nel ricordare attore, regista teatrale, doppiatore, cantante e scrittore (nato a Ferrara proprio il 24 gennaio del 1916 e scomparso a Roma l’11 gennaio 2014). Intervengono Riccardo Modestino e Carlo Magri.
Arnoldo Foà è stato un rinomato attore italiano con una carriera eccezionale nel teatro, cinema e televisione. Di origini ebraiche ferraresi, fu costretto a interrompere gli studi cinematografici a Roma nel 1938 a causa delle leggi razziali fasciste. Durante la Seconda Guerra Mondiale, si rifugiò a Napoli, diventando capo-annunciatore per Radio PWB, la stazione radio degli Alleati. Spettò a lui la lettura dell’annuncio dell’armistizio l’8 settembre 1943. Dopo la guerra, torna al teatro lavorando con registi come Luchino Visconti, Luca Visconti, Luigi Squarzina e Giorgio Strehler. Da regista mise in scena spettacoli di prosa e opere liriche. Debutta come autore teatrale nel 1957 con “Signori buonasera” e continua a scrivere opere di successo. La sua filmografia conta oltre cento pellicole. Collabora con registi di fama come Orson Welles, Ettore Scola e Jacques Deray. Foà diviene una figura di spicco nella televisione italiana con ruoli in sceneggiati di successo. Contribuisce anche alla nascita della Radio RAI, partecipando a trasmissioni e diventando uno dei principali doppiatori dell’epoca. Dagli anni cinquanta diventa uno dei più importanti doppiatori, prestando la sua inconfondibile voce anche per numerosi documentari, tra cui Il Continente di ghiaccio di Luigi Turolla. Foà è stato tra i protagonisti di alcuni dei più celebri sceneggiati televisivi della Rai, diventando uno dei primi divi della tv: dalle Inchieste del commissario Maigret a Capitan Fracassa, dal Giornalino di Gian Burrasca alla parodia dei Promessi Sposi del Quartetto Cetra, dove interpretò L’innominato. Tra le sue ultime interpretazioni teatrali, c’è il monologo di Novecento di Alessandro Baricco, per la regia di Gabriele Vacis (2003/2005).
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