Sono alcune delle motivazioni che hanno portato IRST “Dino Amadori” IRCCS ad aprire, formalmente dal 1 aprile 2022, un proprio ufficio di rappresentanza a Bruxelles. La presenza nella “capitale” politico-amministrativa dell’Unione Europea, nonché crocevia strategico per innumerevoli progetti di ricerca, di innovazione e di trasferimento tecnologico, risponde a precisi indirizzi di programmazione di livello europeo che premiano le realtà capaci di coordinare grandi studi internazionali e multicentrici, e che per farlo investono in attività di relazione. In tal senso, le attività della sede di Bruxelles, avranno l’obiettivo di contribuire a rendere IRST IRCCS un autorevole punto di riferimento per la rappresentanza e la promozione degli interessi a livello europeo, non solo dell’Istituto, ma dell’intero territorio, in particolare per le realtà impegnate in ricerca e innovazione (R&I). Tali attività saranno sempre svolte in stretto coordinamento con la Delegazione della Regione Emilia-Romagna presso l’UE.
A fronte di un minimo investimento, i professionisti e ricercatori IRST potranno contare su un piccolo studio e la disponibilità di sale riunioni attrezzate all’interno di una moderna struttura, distante poche centinaia di metri dalla sede della Commissione europea.
Tra gli obiettivi che IRST si pone, sicuramente, aumentare la partecipazione a schemi di finanziamento europeo su R&I, puntando ad una sempre maggior integrazione tra differenti discipline medico-scientifiche, dalla chimica alla farmaceutica, dalla biologia cellulare e molecolare all’oncologia, dall’outcome research all’etica. La presenza a Bruxelles, consentirà di valorizzare ancora di più i percorsi brevettuali, promuovere sinergie e partnership strategiche, orientare i percorsi formativi per professionisti IRST. Altro aspetto molto significativo sarà quello delle relazioni, sia con le istituzioni europee sia con altri attori pubblico-privati scientifici e tecnologici, attraverso contatti, incontri bilaterali e la partecipazione a network.
“In questo momento storico – afferma Renato Balduzzi, Presidente dell’IRST IRCCS – nella lunga coda della pandemia e in presenza di una brutale guerra alle nostre porte, anche i più scettici circa l’importanza dell’Unione europea si stanno convincendo che non vi sia altra strada per l’Italia se non quella di rafforzarsi all’interno dell’Unione. In campo biomedico, ciò è indispensabile da anni: non c’è futuro per la ricerca sanitaria italiana al di fuori di una corretta competizione all’interno dell’Unione. Quello della ricerca biomedica è uno dei pochi settori dove la bilancia dare-avere è a nostro favore. Possiamo fare ancora meglio. L’ufficio di Bruxelles dell’Irst servirà all’Istituto, all’Ausl della Romagna, alla Regione, a tutti coloro che, insieme a noi, hanno fiducia nell’innovazione”.
Lo conferma anche il Direttore Scientifico IRST IRCCS, Giovanni Martinelli: “l’Istituto è sempre più vicino ai nostri malati. Ora ha iniziato questo percorso per ottenere finanziamenti, ma soprattutto progetti, che lo pongano tra gli attori europei della ricerca”.
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