Sabato 10 febbraio una sfida musicale che intreccia il repertorio del flauto e del violino per restituire opere dal suono inaudito. Ad apertura di concerto, l’ensemble Giovincelli del Conservatorio di Modena
MODENA – Arrivati all’ottavo appuntamento della stagione 2023-2024, sabato 10 febbraio alle ore 17.30 presso il Teatro Fondazione Collegio San Carlo sarà protagonista non solo un’eccezionale giovane musicista, Rebecca Taio, ma anche uno strumento meno frequentato in ambito solista, il flauto traverso.
Il programma
Ottorino Respighi (1879 – 1936)
Cinque pezzi per violino e pianoforte P062
Joachim Andersen (1847–1909)
Au bord del la Mer
César Franck (1822 – 1890)
Sonata in la maggiore
Questo originale programma presenta due opere originariamente scritte per violino e pianoforte in una versione per flauto e pianoforte – la celebre Sonata in la maggiore di César Franck, i Cinque pezzi di Ottorino Respighi – e un brano originale per flauto del compositore danese Joachim Andersen, Au bord de la mer.
La scelta di programmare questi brani del grande repertorio per violino e pianoforte entra, di conseguenza, in relazione con le sfide tecniche che essi pongono, sia dal punto di vista strumentale che interpretativo. Con le parole della flautista Rebecca Taio: “È per me un’idea incredibilmente affascinante e stimolante sperimentare timbri diversi da quelli a cui sono solitamente abituata, diversi da quelli a cui si è ispirata la maggior parte dei compositori che hanno scritto per flauto. In queste trascrizioni ho cercato un modo più romantico e meno delicato di suonare il flauto, ispirato alle frasi lunghe e sostenute e al vibrato intenso così caratteristici degli strumenti a corda in questo tipo di repertorio … Sebbene per certi aspetti, legati alla tecnica digitale, possa sembrare ‘più facile’ eseguire trascrizioni di brani pensati sul violino, ci si trova di fronte ad altri tipi di difficoltà. Cose che sul violino sono normali, come suoni nel registro basso forti e pieni o note acutissime in diminuendo fino al nulla, per il flauto possono essere una sfida, ma è proprio questo il punto, sfidare le caratteristiche dello strumento stesso, andare al di là del ruolo che gli è stato assegnato. Spesso si immagina che il flauto abbia solo una funzione cantabile, virtuosistica, dolce e talvolta inconsistente, ma può essere anche altro. Pertanto, anche grazie a questo repertorio, si possono indagare le potenzialità espressive di questo strumento.”
Il danese Joachim Andersen (1847–1909) ha tracciato nella sua carriera un percorso personale ed eccezionalmente diversificato. Membro fondatore della Filarmonica di Berlino, bilancia abilmente i ruoli di direttore d’orchestra e flautista solista di fama. Il suo lascito comprende otto volumi di studi, oggi considerati una pietra miliare del repertorio per flauto e anche un mosaico incantevole ed emotivamente significativo di opere per flauto e pianoforte.
La Sonata in la maggiore per violino e pianoforte di Franck (1886) costituisce la conclusione ideale di questo viaggio musicale. Capolavoro di chiarezza ‘cartesiana’ e dedicata a EugeÌne Ysaÿe, la Sonata è una delle opere chiave della maturità compositiva di Franck ed è pervasa da una ‘poesia algoritmica’ nella sua architettura attentamente pianificata e grandiosa – sostenuta dalla forma ciclica che le conferisce il suo potere strutturale unico – in cui un senso di calma e intimità meditativa pulsante di sconfinata emozione si sposa perfettamente con un’irrequietezza nervosa e un impeto ritmico pervasivo