BOLOGNA – Ultimi due giorni per ammirare l’importante retrospettiva sull’opera di Alphonse Mucha, tra i più grandi interpreti dell’Art Nouveau, ospitata nelle meravigliose sale settecentesche di Palazzo Pallavicini (Via San Felice 24, Bologna) fino a domenica 20 gennaio 2018. La retrospettiva espone 80 tra le più celebri opere dell’artista ceco, di cui 27 esposte per la prima volta in Italia.
La mostra, organizzata da Chiara Campagnoli, Rubens Fogacci e Deborah Petroni della Pallavicini srl in collaborazione con Mucha Foundation e con la curatela di Tomoko Sato, offre uno sguardo inedito sull’opera del grande artista.
Alphonse Mucha (1860-1939) fu uno dei più celebrati ed influenti artisti della Parigi fin-de-siècle, conosciuto ai più per le sue grafiche, come i cartelloni teatrali realizzati per l’attrice ‘superstar’ Sarah Bernhardt e le sue immagini pubblicitarie con donne eleganti ed attraenti. Mucha creò un suo stile ben definito – le style Mucha – caratterizzato da composizioni armoniose, forme sinuose, riferimenti alla natura e colori pacati, che divenne sinonimo dell’emergente stile decorativo del periodo, l’Art Nouveau.
Nonostante il potente impatto del suo stile, però, poco si è mai saputo delle idee sull’arte e l’estetica all’origine del suo lavoro. Il percorso espositivo, dal titolo Alphonse Mucha, esamina gli aspetti teorici delle sue opere, soprattutto il concetto di bellezza, principio centrale della sua arte.
Con circa 80 opere, selezionate tra quelle della Fondazione Mucha, la mostra include alcuni tra i più iconici lavori dell’artista, poster e cartelloni del suo periodo parigino, e getta inoltre uno sguardo al linguaggio artistico con cui Alphonse Mucha espresse il suo nazionalismo una volta ritornato in patria negli ultimi anni della sua vita.
La mostra si compone di tre sezioni tematiche: Donne – Icone e Muse, Le Style Mucha – Un Linguaggio Visivo, Bellezza-Il Potere dell’Ispirazione.
Donne – Icone e Muse, si apre con Gismonda, il primo vero manifesto disegnato da Mucha per Sarah Bernhardt. Nella sua rappresentazione della più grande attrice francese del periodo, l’artista ceco trasforma la “divina Sarah” in una dea bizantina. Il poster ricevette apprezzamenti immediati non appena apparve sui cartelloni di Parigi il 1° gennaio 1895. L’impatto visivo -con la sua elegante forma allungata ed i delicati toni pastello, che rendevano sublime l’immagine dell’attrice ed il suo equilibrio tra semplicità e dettaglio–era impressionante nella sua originalità.
Deliziata dal successo di questo manifesto, la Bernhardt offrì a Mucha un contratto per produrre le scenografie ed i costumi di scena, così come tutti i manifesti delle sue rappresentazioni teatrali. Durante questo contratto, che andò dal 1895 al 1900, Mucha produsse altri sei manifesti per gli spettacoli della Bernhardt, tra cui La dama delle camelie (1896), Lorenzaccio (1896) e La Samaritana (1897).
Il successo della Gismonda portò a Mucha anche numerose commissioni per disegnare manifesti pubblicitari, tra cui quelli per marche famose come JOB (carta per sigarette), Lefèvre-Utile (biscotti) e Waverley (biciclette americane). La sezione include principalmente due gruppi di opere: manifesti teatrali su Sarah Bernhardt e manifesti pubblicitari per prodotti commerciali. Studiando attentamente questi lavori si esplorano le strategie artistiche di Mucha, specialmente il suo impiego di bellissime donne come icone e veicoli di messaggi commerciali. La mostra include inoltre alcune confezioni e copertine di riviste.
La seconda sezione ha come titolo Le Style Mucha – Un Linguaggio Visivo.
Al tempo di Mucha, il concetto di “arte” subì un cambiamento rivoluzionario con l’avvento del modernismo ed anche la nozione classica di “bellezza”, uno dei fondamenti dell’arte, fu messa alla prova e mutò fino ad abbracciare nuove idee e forme. In un tale momento di fermento, Mucha cominciò la sua ricerca sul valore universale ed immutabile dell’arte e giunse alla conclusione che l’obiettivo ultimo della stessa fosse l’espressione della bellezza, che poteva a suo parere essere raggiunta solo attraverso l’armonia tra contenuti interni (idee, messaggi) e forme esterne. Come scrisse nei suoi appunti di professore, che sono stati pubblicati postumi come Lezioni sull’Arte (1975), il ruolo dell’artista è quello di ispirare la gente tramite la bellezza armoniosa delle sue opere e di elevare la loro qualità di vita attraverso la sua arte. Per raggiungere questo obiettivo, Mucha sviluppò una particolare e caratteristica formula artistica, un nuovo linguaggio comunicativo, che utilizzava l’immagine di una donna – simbolo del suo messaggio di bellezza – insieme a fiori ed altri elementi decorativi, tratti dalla tradizione folcloristica ceca e di altre culture esotiche. Per Mucha, i manifesti ornamentali (panneaux décoratifs) erano il mezzo ideale per realizzare la sua aspirazione. Introdotti per la prima volta da Mucha e dal suo editore, F. Champenois, questi manifesti erano per la maggior parte privi di testo e realizzati per puro scopo decorativo; prodotti in grandi quantità furono subito disponibili per un’ampia fetta di pubblico, diventando così una forma d’arte alternativa che poteva essere sfoggiata anche dalle famiglie più semplici. Di questi manifesti, Mucha scrisse poi: “Sono stato felice di essere coinvolto in una forma d’arte destinata alla gente e non ai soli salotti eleganti. Arte poco costosa, accessibile al grande pubblico e che ha trovato dimora nelle abitazioni più povere così come nei circoli più influenti.” La sezione presenta alcuni manifesti decorativi di Mucha ed esplora le idee dietro questi lavori, studiando le caratteristiche della sua cifra stilistica. Include inoltre i fondamentali manuali di decorazione di Mucha, Documents Décoratifs (1902) e Figures Décoratives (1905).
La terza sezione Bellezza-Il potere dell’ispirazione– chiude il percorso espositivo.
Mucha ritornò in patria nel 1910 per realizzare il suo sogno di impegnarsi attivamente per la libertà politica del suo Paese, impegno che culminò nella realizzazione della sua opera d’arte, Epopea Slava (1912-1926) ed altri lavori che dovevano ispirare l’unità spirituale dei popoli slavi.
La sezione finale mostra esempi degli ultimi lavori di Mucha, esplorando come le style Mucha si fosse evoluto nell’arte della creazione del messaggio. Le opere in mostra in quest’ultima sezione includono studi per la decorazione dell’allora nuovo Municipio di Praga, così come il manifesto per la mostra Epopea Slava, tenuta a Praga e Brno nel decimo anniversario della nascita della Cecoslovacchia.
Palazzo Pallavicini è un’elegante dimora settecentesca, originaria però del XV secolo, nel cuore della Bologna antica. Abitata in passato da grandi famiglie nobili, nel 1770 accolse l’esibizione dell’allora quattordicenne fanciullo prodigio Wolfgang Amadeus Mozart. Oggi il Palazzo è sede di esposizioni museali e di eventi.
INFORMAZIONI UTILI
Titolo: Alphonse Mucha
Opere di: Alphonse Mucha,
A cura di: Tomoko Sato
Promosso da: Pallavicini s.r.l. e Mucha Foundation
Dove: Palazzo Pallavicini, Via San Felice 24, Bologna
ORARI E TARIFFE
Alphonse Mucha
29 settembre 2018 – 20 gennaio 2019
Orari di apertura
Aperto da giovedì a domenica dalle 11.00 alle 20.00
Chiuso il lunedì, martedì e mercoledì.
La biglietteria chiude 1h prima (ore 19 ultimo ingresso)
Aperture straordinarie 26 dicembre, 31 dicembre (ore 16.00 ultimo ingresso), 1 gennaio (dalle 14.00), 2 gennaio
Biglietto d’ingresso – Tariffe
– Intero: euro 13,00
– Ridotto: euro 11,00 (dai 6 ai 18 anni non compiuti, over 65 con documento, studenti fino a 26 anni non compiuti con tesserino, militari con tesserino, guide turistiche con tesserino, giornalisti praticanti e pubblicisti con tesserino regolarmente iscritti all’Ordine, accompagnatori diversamente abili in compagnia del disabile, soci ICOM con tesserino)
– Gruppi (minimo 15 persone): euro 10,00 (1 accompagnatore gratuito)
– Scuole: euro 5,00 (2 accompagnatori gratuiti per ogni classe)
– Bologna Welcome e Bologna Card Musei: euro 9,00
– Giovedì Università (con tesserino): euro 9,00
– Gratuito: bambini sotto i 6 anni, disabili con certificato
– Biglietto famiglia con figli dai 6 ai 18 anni non compiuti:
Genitore euro 10,00
Minori dai 6 ai 18 anni non compiuti euro 8,00
– Biglietto Open: euro 16,00 | Biglietto con prenotazione senza vincoli di orario e data valido fino a fine mostra
Brindisi a Palazzo con visita alla mostra e a tutto il Palazzo nelle seguenti serate:
venerdì 18 gennaio dalle 20.30
a cura dell’associazione Didasco
di Michela Cavina e Ilaria Francia
info, costi e prenotazioni cell: 348/1431230 (pomeriggio).
Visite guidate alla mostra (durata visita 75 minuti ca)
venerdì 18 gennaio dalle 17.00
sabato 19 gennaio dalle 11.00
a cura dell’associazione Didasco
di Michela Cavina e Ilaria Francia
info, costi e prenotazioni cell: 348/1431230 (pomeriggio)
Servizi in mostra
Accesso e servizi per disabili, ombrelli gratuito fino ad esaurimento disponibilità, bookshop.
Ammessi animali di piccola taglia solo nell’apposito trasportino.
Contatti
e-mail: info@palazzopallavicini.com
www.palazzopallavicini.com
UFFICIO STAMPA
PEPITApuntoCOM
051 2919805
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