BOLOGNA – Alluvione, l’intervento dell’assessore alla Protezione Civile del Comune di Bologna:
In primo luogo permettetemi di mandare un grande abbraccio e le mie più sentite condoglianze alla famiglia di Simone Farinelli.
Il lavoro fatto dalla Protezione Civile e da tutta l’Amministrazione non è ancora finito, abbiamo ancora 50 uomini e donne della Protezione Civile in città che stanno lavorando con la Croce Rossa, le colonne mobili, ma ci tenevo ad essere in aula oggi per dire un po’ di cose.
Leggo testualmente dal sito della Regione:
Fra il 17 e il 19 settembre 2024 l’azione del ciclone Boris sull’Emilia-Romagna ha determinato quantitativi di pioggia estremi, superiori anche a quelli occorsi in ognuno degli eventi consecutivi di maggio 2023 che hanno interessato gli stessi territori.
Sui corsi d’acqua del settore centro-orientale si sono verificate rapide onde di piena con livelli ampiamente superiori alle soglie 3 per oltre 10 ore consecutive, con notevole sollecitazione degli argini sormonti, rotte e conseguenti allagamenti di zone urbane ed agricole.
Si sono verificati inoltre numerosi dissesti idrogeologici, in particolare nelle valli comprese tra il Savena e il Savio.
Una nuova intensa perturbazione si è verificata il 19 ottobre 2024, dovuta al transito di una bassa pressione sul Tirreno centro-meridionale che ha convogliato correnti di Scirocco molto umide e instabili prima verso la costa, dove si sono verificate forti precipitazioni, che successivamente si sono estesi anche all’entroterra emiliano andando ad interessare in modo particolare il bolognese e in seguito anche modenese, reggiano e parmense.
In particolare, l’interazione tra lo Scirocco e le correnti di Bora più fresche ha determinato nella serata una marcata intensificazione delle piogge intorno alla città di Bologna, dove la precipitazione mediamente caduta rappresenta il record assoluto di pioggia giornaliera mai registrata dal 1961, con valori puntuali fino a 160/180 mm in poche ore.
Dalle nostre pagine social di Protezione Civile, aperte qualche mese fa proprio per aggiornare tempestivamente la cittadinanza e la stampa su ogni tipo di allerta (abbiamo infatti prodotto un sistema automatizzato che pubblica le allerte 1 minuto dopo che ci sono arrivate dalla regione e da Arpae su tutti i social delle Protezione Civile di Bologna), abbiamo immediatamente comunicato l’allerta rossa, ma nessun modello e nessun radar però prevedeva che sabato sarebbero caduti 160mm d’acqua in sole 6 ore. Per di più su terreni e canali già colpiti nei giorni precedenti da forti piogge e quindi senza più capacità di drenaggio.
Aggiungo che vista l’allerta rossa ci siamo subito preoccupati di ripulire venerdì 18 ottobre la famosa griglia al tombamento del Ravone in via precauzionale (in modo che potesse garantirci la migliore prestazione possibile di contenimento) ma quello che è successo è stato un evento atmosferico devastante. Su questo spero che siamo tutti d’accordo e che almeno in quest’aula non ci siano i seguaci della teoria “che a Bologna è sempre piovuto tanto e non è mai successo niente” perché questo livello di argomentazioni sarebbe giusto lasciarlo al bar e a chi non ha un ruolo nelle istituzioni.
Dalla mattina di sabato 19 ottobre tutta l’amministrazione era allertata e abbiamo iniziato i sopralluoghi su fiumi e canali e in tutte le zone colpite a maggio dell’anno scorso. In più abbiamo allestito nella sede centrale della Polizia Locale in via Ferrari (dove abbiamo tutti i monitor per vedere le immagini delle telecamere e tutte le squadre di centralinisti che ricevono le segnalazioni) la cabina di comando delle operazioni, da cui potevamo anche seguire i radar del meteo e i livelli idrometrici di tutti i fiumi e del Ravone, attenzionato costantemente con due sensori, uno a valle e uno al tombamento.
Nel primo pomeriggio si è capito che l’evento sarebbe stato molto peggiore di come i meteorologi avevano previsto e quindi è scattato l’allarme massimo. Grazie a centinaia di persone dell’Amministrazione sono state salvate vite umane a partire dalle ore 20 sabato 19 ottobre e per tutta la notte.
E vi voglio raccontare che cosa è stato fatto in quelle ore perché credo sia giusto che si sappia e perché fino ad ora, presi dall’emergenza e dallo sforzo immane per ripulire la città, non lo abbiamo ancora raccontato pienamente.
A partire dalle 22 circa, donne e uomini dalla PL (in strada e nella centrale radio operativa), della protezione civile di Bologna, dei Vigili del fuoco, del Pris (Pronto Intervento Sociale), coordinati dal nostro Centro Operativo Comunale hanno letteralmente salvato vite umane.
Dalle telecamere della centrale io e Alberto Nuzzo abbiamo visto tutto.
Abbiamo visto agenti della PL tuffarsi in acqua, alcuni fino alla cintola, ma altri hanno tolto il cinturone e si sono letteralmente buttati in acqua per estrarre persone dalle auto, alcune delle quali si buttavano nei sottopassi anche se l’acqua era già altissima, sperando non so come di passare. Abbiamo visto i Vigili del fuoco con i loro mezzi e col gommone fare lo stesso e mettere in salvo decine di persone.
Ci tengo a citare anche la Presidente di quartiere Elena Gaggioli perché a un certo punto un’auto che era bloccata nell’acqua aveva iniziato a lampeggiare con i fari, da quel punto i Vigili del fuoco erano già passati e mi è venuto il timore che ci fosse ancora qualcuno dentro quella vettura. La presidente Gaggioli era in zona e l’ho vista apparire nei monitor e poi entrare in acqua per andare a verificare.
Ma i salvataggi non sono stati solo in strada. Grazie alla segnalazioni puntuali del Pri,s che ci aveva raggiunto nel pomeriggio in centrale con una loro squadra di operatrici eccellenti, e di tutta la centrale della Polizia Locale e di chi era qui a Palazzo d’Accursio, siamo potuti intervenire con i volontari della Protezione Civile in casi puntuali dove avevamo persone attaccate a un respiratore che però non aveva più elettricità, persone con strumenti sanitari essenziali che stavano finendo le batterie, disabili che le famiglie non riuscivano a portare ai piani superiori, persone con la casa travolta dal fango che non riuscivano più a mettersi in salvo e siamo arrivati da tutti. La consigliera Toschi e la consigliera Monticelli sanno di cosa parlo perché alcuni casi puntuali sono arrivati al Pris tramite loro. Sempre con la PL abbiamo dovuto evacuare famiglie da alcune abitazioni che avevano avuto rotture anomale di tubature in giardino, nel pavimento della taverna, frane vicine a casa, parti di casa inagibili. Grazie ai Vigili del fuoco e ai tecnici del Comune si stanno verificando puntualmente tutti questi casi.
Nella mattina di domenica avevamo circa 500 persone evacuate delle quali un centinaio sono state accolte nei nostri centri coordinati da Chris Tomesani e Annalisa Faccini. Ieri erano – e sono ancora – 50 in carico nelle strutture del Comune, vedremo poi i dati di stasera. Ad oggi ci risulta che oltre a queste 50 persone ce ne siano altre 50 fuori dalle proprie abitazioni e ospiti da familiari o amici.
Inoltre sempre domenica mattina, è bene sapere cosa è successo, avevamo oltre 13000 utenze disalimentate pari a circa 45.000 persone che erano senza luce e senza riscaldamento, senza acqua calda. Le centrali di Enel allagate erano più di 20. Spero che questi numeri aiutino tutti a capire bene cosa è accaduto e spero che aiutino tutti a fare nuove riflessioni e valutazioni.
Questo il racconto della notte da incubo che non dimenticherò mai in cui però la macchina dei soccorsi è stata bravissima. E non mi interessa niente di ciò che è stato detto o si può pensare, perché io ero là dal primo minuto, io e il dirigente della Protezione Civile Alberto Nuzzo siamo sempre stati là, per 36 ore di fila senza respiro fra sabato e domenica, sempre in contatto con la Capo di Gabinetto Matilde Madrid che era qui a palazzo ininterrottamente, anche lei per le stesse 36 ore, e sappiamo cosa è accaduto perché l’abbiamo visto in diretta dalle telecamere della centrale, perché l’abbiamo sentito dalle telefonate che arrivavano, e perché abbiamo coordinato una macchina che ha salvato centinaia di persone, non decine, centinaia.
Poi arriviamo alla domenica mattina quando sono arrivati a Bologna i rinforzi, i nostri eroi, le colonne mobili di Protezione Civile da tutta Italia.
Al COC in centrale, insieme anche alle donne e agli uomini del dipartimento di protezione civile della Presidenza del Consiglio, abbiamo organizzato una incredibile macchina di soccorso e di ripristino.
L’urgenza primaria era ridare luce e acqua calda prima possibile a 45.000 persone e i primi interventi con le varie squadre e con le idrovore si sono concentrati sulle centrali Enel e Hera. Per scongiurare esplosioni e cortocircuiti, per verificare fughe di gas e acqua, e ripristinare tutte le aree disalimentate. Un lavoro pazzesco.
Contemporaneamente facevano partire la produzione di sacchi di sabbia in vista di un nuovo peggioramento del tempo previsto per le giornate successive. Abbiamo messo in moto una catena di montaggio che ha prodotto quasi 15.000 sacchi di sabbia in 2 giorni, che poi abbiamo portato dapprima nelle zone di più grande fragilità e poi in tutte le zone dove c’erano stati allagamenti nelle abitazioni.
Come vi abbiamo fatto vedere in questi giorni attraverso la mappa digitale subito prodotta, in cui abbiamo registrato ogni singola segnalazione (in totale 1400, corrispondente a più di 120 strade in tutta la città), è palese che è stata tutta la città ad essere colpita, in alcune zone molto più violentemente, ma dalla collina a sud fino alla zona nord della città e dalla zona est alla zona ovest, non c’è un isolato cittadino da cui non ci siano arrivate richieste di aiuto.
Non so come ringraziare le squadre della Protezione Civile della Campania, del Lazio e del Veneto, della Croce rossa italiana, delle misericordie e degli alpini, per il lavoro immane che hanno fatto in questi giorni per Bologna e per i bolognesi.
Hanno tolto centinaia di migliaia di metri cubi d’acqua dai sottopassi e dalle strade, dalle case, dai negozi, dalle taverne, dai vani caldaie, dalle cantine e dai garage. Solo al sottopasso di viale Sabena, vicino all’Ospedale Maggiore, sono stati tolti 110mila metri cubi di acqua, l’equivalente di 16 campi da calcio riempiti d’acqua per 1 metro di altezza. Ci tengo a dire che molte cantine e garage liberati dal fango presentavano situazioni molto complesse: c’erano vetri rotti, odori di solventi e acidi, gasolio, gas. Quindi queste squadre hanno operato con grandissima professionalità. Ed è il motivo per cui non sono state attivate subito le squadre straordinarie dei volontari civili. Inoltre sottolineo gli interventi complicati di Protezione Civile e Vigili del fuoco per togliere tonnellate di detriti dal Ravone e per interventi puntuali al Savena, al Navile in via dell’Arcoveggio, addirittura con i sommozzatori, per consentire all’acqua di tornare a scorrere, superando le otturazioni derivate dalla alluvione.
Per loro, per i volontari, è stata allestita una grande macchina dell’accoglienza prima a Villa Pallavicini e poi al Paladozza dove abbiamo potuto ospitare da un minimo di 140 volontari, fino a quasi 300 volontari della protezione civile ai quali voglio dire solo Grazie! Grazie! Grazie!
E grazie ovviamente anche a tutti i volontari civili che si sono messi a disposizione delle colonne mobili per aiutare, coordinati da referenti comunali – alcuni referenti sono qui e li ringrazio di cuore – a togliere fango e a liberare da ingombranti e materiali completamente inutilizzabili e danneggiati. Siete stati immensi e avete ricordato a tutti qual è lo spirito della città di Bologna, qual è il cuore di questa città che dalla Resistenza al 2 agosto 1980, fino alla tremenda alluvione del 19 e 20 ottobre 2024 riesce a distinguersi sempre per solidarietà, generosità, altruismo e calore umano.
Ho letto in queste ultime ore polemiche di questi sul perchè siano state chiuse le scuole anche sabato 26 ottobre, visto che una successiva allerta arancione non aveva poi prodotto le piogge che erano previste per le quali eravamo tutti allertati. Beh, consentitemi di dire questo: con molte frane in collina, molti mezzi di Protezione Civile al lavoro in città, auto da rimuovere e strade da pulire, mezzi ingombranti di Hera per la raccolta di tonnellate di rifiuti e di Bologna Strade per la raccolta del fango, ragazzi delle scuole superiori che vengono a Bologna da alcuni comuni dell’area metropolitana dove ci sono ancora molti problemi. La decisione è stata presa per consentire a tutti di lavorare al meglio e in sicurezza.
Poi ho letto le polemiche per il rinvio di Bologna-Milan, ma spero che tutti abbiano capito che mentre molti nostri concittadini ancora stavano soffrendo e soffrono, con 5 colonne mobili di Protezione Civile e Croce Rossa (che significa 300 uomini e 60 mezzi in azione a 300 metri dallo stadio), con mezzi di Hera e di Bologna strade molto ingombranti in strada per il recupero di fango e rifiuti, sabato sarebbe stato impossibile consentire a 35.000 persone di muoversi in quella zona della città per arrivare allo stadio.
Addirittura leggo e sento di richieste di dimissioni rivolte a Lepore: quanto è bella opposizione che sì fugge tuttavia…
Ci tengo a ringraziare le centinaia di persone che hanno lavorato in stretto raccordo con noi, con il Sindaco, con il Direttore generale e con il Gabinetto del Sindaco, con la Vicesindaca che è sempre stata con noi costantemente in questa settimana, a partire dalla Giunta e da tutti i tecnici e dipendenti comunali.
Non li cito tutti solo perché sono tantissimi e dimenticherei sicuramente qualcuno. Ma ci sarà tempo e modo per ringraziare tutti con un elenco completo.
Concludo Presidente dicendo questo:
160mm d’acqua in 6 ore, smottamenti e frane, canali esplosi, tubature rotte, sottopassi allagati con quantità d’acqua impressionanti, 13.000 utenze disalimentate pari a circa 45.000 persone senza luce e senza riscaldamento.
In questa situazione catastrofica data da un fenomeno atmosferico di portata impressionante, il Comune di Bologna ha registrato 0 morti durante la devastante alluvione del 19 e 20 ottobre 2024.
Grazie a tutti”.