PARMA – Sta nascendo all’Università di Parma il primo Museo di storiografia naturalistica d’Italia: il MUST. Un museo accessibile a tutte e a tutti, con particolare attenzione a chi ha difficoltà sensoriali e di mobilità, e che vuole essere un grande racconto naturalistico lungo la linea del tempo. I lavori sono in corso e l’apertura è prevista per giugno 2025.
Oggi nell’Aula Magna dell’Ateneo la presentazione del progetto, con interventi del Rettore Paolo Martelli, del Delegato alle attività museali Donato Antonio Grasso, del Dirigente dell’Area rapporti con la società Riccardo Marini, del Direttore scientifico del MUST Davide Persico, dell’esperta in valorizzazione dell’allestimento Maria Amarante e di Sandrino Luigi Marra, incaricato al processo di decolonizzazione dolce del MUST. Nel corso dell’incontro è intervenuto anche il Prorettore Vicario Fabrizio Storti.
Grazie a un finanziamento PNRR del Ministero della Cultura si è avviato un processo di completa ristrutturazione e di totale ripensamento del Museo di storia naturale dell’Ateneo: al termine di questo percorso nascerà il MUST.
Nel Museo di storia naturale, collocato nella sede centrale dell’Università già dalla fine del XVIII secolo, l’accessibilità del patrimonio museale era limitata dalla dispersione spaziale delle collezioni e dei laboratori su più edifici e più livelli verticali, il che penalizzava soprattutto visitatrici e visitatori con disabilità motorie. Il nuovo progetto consentirà di realizzare un museo organizzato per essere accessibile a tutte e tutti, con collezioni allestite anche per divulgare i principi di biodiversità, di tutela ambientale e di confronto tra culture. Il progetto vuole essere anche volano per far intersecare le collezioni museali con i dibattiti sulla sostenibilità e sul ruolo della comunità scientifica in relazione alla società.
Le collezioni saranno integrate in un’unica collocazione nella sede centrale dell’Ateneo, abbattendo le barriere motorie, cognitive e sensoriali per consentire a tutte le tipologie di pubblico di accedere a una visita autonoma, e potenziando inoltre le attività educative. L’intervento consiste nella creazione di un percorso ad accesso autonomo, senza barriere, su due livelli: al piano terra e al primo piano. Al piano terra sarà creato un allestimento lungo il corridoio perimetrale, dove saranno ricollocati materiali rappresentativi delle collezioni prima decentrate in vari plessi. Al primo piano sarà creato un ingresso unico, segnalato anche da un percorso tattilo plantare, con scalinata e ascensore adeguato a disabili motori e sensoriali. L’accessibilità sensoriale e cognitiva alle collezioni sarà migliorata utilizzando nuove vetrine espositive di altezza adatta a bambini e visitatori con sedia a ruote, incrementando così la qualità dell’esperienza di visita per tutto il pubblico. Si farà uso di supporti esplicativi digitali.
Nel MUST si è pensato di descrivere la Storia naturale attraverso un percorso cronologico storiografico, rappresentato dalle personalità che hanno fondato e contribuito alla crescita e all’evoluzione del Museo. Da Padre Fourcault, che accoglierà visitatrici e visitatori raccontando di quando, nel 1768, diede vita a una prima piccola raccolta di reperti naturalistici, alla Duchessa Maria Luigia d’Austria, che tra il 1816 e il 1847 si prodigò per l’accrescimento delle collezioni e che racconterà alle persone in visita il suo amore per il mondo naturalistico: quello che ha permesso al nucleo originario di arricchirsi di importanti reperti, all’epoca considerati estremamente rari e affascinanti, come ad esempio un esemplare di struzzo, un canguro, un dente di narvalo, gli uccelli del paradiso e la preziosa meteorite di San Donnino (Fidenza, 1808). Altre guide del Museo saranno altri suoi “padri”: da Pellegrino Strobel ad Alberto Del Prato e ad Angelo Andres.
In apertura di percorso ci sarà una rievocazione della wunderkammer, sala espositiva “delle meraviglie” il cui intento era stimolare lo stupore di chi ne varcava la soglia: reperti e oggetti di ogni genere, eterogenei e spettacolari, occuperanno tutte le superfici della sala, l’interno degli armadi e il soffitto a botte, proprio come accadeva a partire dal Cinquecento nei Palazzi degli studiosi. E in chiusura ci sarà una nuova e moderna wunderkammer: una stanza cubica che accoglierà visitatrici e visitatori in una stupefacente visione immersiva dai mille colori, nella splendida collezione di farfalle e coleotteri appartenuta a Don Boarini e acquisita dal Museo negli anni Novanta del Novecento.
Ci saranno una sezione di anatomia umana, con una sala dedicata al lavoro dell’anatomista Lorenzo Tenchini e alle sue maschere di cera realizzate su commissione di Cesare Lombroso, una sala di anatomia comparata, una sezione etnografica e molto altro, in un percorso che si annuncia davvero come un viaggio delle meraviglie.
L’allestimento sarà totalmente rivoluzionato rispetto al Museo di storia naturale, e sarà mirato alla valorizzazione del patrimonio in un approccio totalmente immersivo.
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