Dopo Ritter, Dene, Voss di Thomas Bernhard nel 2015 e Il Libro di Giobbe scritto insieme a Emanuele Aldrovandi nel 2017, il regista, autore e artista visivo presenta ora un suo testo: una riflessione sulla nascita e la morte, su quell’attraversamento del mondo che ognuno di noi è chiamato a compiere, nel tempo destinato.
In scena un dialogo tra due personaggi, lo stesso Pietro Babina e l’attrice Tamara Balducci, per raccontare la storia di un uomo (ma potrebbe anche essere una donna), un essere per il quale sopravvivere è impossibile.
Quelli di cui parlano sono forse esseri umani non spiccatamente umani, come se fossero rimasti in qualche modo, in qualche parte, animali. Privati della loro vita specifica, del loro spirito selvatico, non riescono più ad essere e lentamente muoiono. A volte però il loro corpo si ostina a resistere e comincia così un cammino inconscio ma tenace, una ricerca inevitabile, per completare il processo che conduce all’”estinzione”: come se si aprisse una voragine, un gorgo divoratore.
Una continua lotta tra lo spirito di sopravvivenza, la speranza e il pensiero della fine.
Note di regia di Pietro Babina
Ora ti stai domandando: “Ma cosa appare sulla scena? Cosa si vede? Che parole vengono dette?”
Appare una stanza. Si vedono, non più di due persone per volta. Parlano. Evocano una perdita incolmabile. Cercano di porvi rimedio.
Ti domandi ora: “E ci riescono?”
Certo, poiché qualunque cosa accada, qualunque piega prendano i fatti, si giungerà al finale. Questo è il solo e inesorabile rimedio, concesso a qualunque racconto, anche al più astratto, anche al più visionario, anche al più realistico. Ma tutto ciò che appare, tutto ciò che si vede, ogni parola, è l’emblema di un’altra narrazione, criptata nelle cose quotidiane, inscritta nei gesti inconsapevoli, riflessa nelle parole che creano frasi. Due persone parlano d’amore ma intendono la morte. Due persone parlano di disperazione ma intendono vita. Due persone si guardano negli occhi e vedono tutto il mondo. Due persone parlano di fine ed è solo un inizio.
Siamo stati chiamati nel mondo.
Entrati per una voragine.
Nessuno di noi sa perché.
Non ostante questo, lottiamo per rimanere.
Qualcuno in modo generico.
Qualcuno in modo specifico.
I secondi vivono più forte.
Ma in un equilibrio più fragile.
La loro lotta ha un fuoco preciso.
Che concentra la forza vitale,
Come i raggi del sole attraverso una lente.
Ma una volta perduto quel fuoco,
Per compimento o per fato,
La voragine si riapre.
Li richiama all’origine.
E non vi è nulla da fare.
Come, misteriosamente,
Sono stati chiamati nel mondo,
E hanno obbedito,
Così, vengono ora chiamati al non mondo,
e ubbidiranno.
Per una voragine sono entrati.
Per una voragine usciranno.
Pietro Babina
Nato a Bologna nel 1967, Pietro Babina è regista e autore. Il suo lavoro è caratterizzato da una ricerca attenta che indaga i linguaggi emergenti prodotti dalle nuove tecnologie in relazione alla drammaturgia e alla messa in scena. L’intuizione creativa che caratterizza i suoi lavori dà vita a opere attuali, cariche di atmosfere suggestive e magiche. Nel suo percorso artistico, di oltre vent’anni, riceve numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero, fra i quali più volte il premio Ubu. Dal 1989 al 2010 è fondatore e direttore artistico della compagnia teatrale Teatrino Clandestino, dalla quale esce per fondare la Mesmer Artistic Association.
A oggi lavora con attori e autori contemporanei nella realizzazione di spettacoli teatrali di circuitazione nazionale e internazionale.
È ideatore e creatore, insieme a Flavio de Marco, del progetto di arti visive MANIFESTO, presentato a Ferrara e successivamente al Palais de Tokyo di Parigi, alla Kunstbiblithek Berlin e al Festival IN/SU/LA di Ventotene. Nel 2009 ha fondato la rivista di arte e pensiero Rivista.
Alla voragine
(Là dov’è l’ingresso, è anche l’uscita)
scritto e diretto da Pietro Babina
con Pietro Babina e Tamara Balducci
voce di Mesmer Mila Vanzini
scene, costumi e luci Pietro Babina
assistente alla regia Mila Vanzini
assistente ai costumi Eleonora Terzi
direttore tecnico Massimo Gianaroli
direttore di scena e capo macchinista Mauro Fronzi
capo elettricista Tiziano Ruggia
fonica Andrea Melega
sarta Elena Dal Pozzo
responsabile del Laboratorio e capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttori Sergio Puzzo, Marco Fieni
scenografe decoratrici Ludovica Sitti e Sarah Menichini, Benedetta Monetti, Rebecca Zavattoni
foto di scena e documentazione video Stefano Triggiani
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
Informazioni:
Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44 – Bologna
Prezzi dei biglietti: da € 7 € a € 15
Da quest’anno sarà possibile utilizzare i biglietti in formato elettronico. Acquistando biglietti on-line o telefonicamente si riceverà una conferma via mail che potrà essere utilizzata per entrare in sala senza necessità di passare dalla biglietteria.
Biglietteria: dal martedì al sabato dalle 11.00 – 14.00 e 16.30-19.00
Tel. 051 2910910 – biglietteria@arenadelsole.it | bologna.emiliaromagnateatro.com
Teatro Arena del Sole
Via Indipendenza 44, Bologna
dall’8 al 20 giugno
dal martedì al venerdì ore 20.30 | sabato e domenica ore 18.30
sala Thierry Salmon
Alla voragine
(Là dov’è l’ingresso, è anche l’uscita)
scritto e diretto da Pietro Babina
con Pietro Babina e Tamara Balducci
voce di Mesmer Mila Vanzini
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
prima assoluta
durata 120 minuti senza intervallo
Foto: Alla voragine ph Stefano Triggiani
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