Modena

Alla Terramara di Montale torna “Fuoco e fiamme”

fuoco

Domenica 19 maggio, dalle 9.30, visite guidate e dimostrazioni di archeologia sperimentale sulle tecniche di accensione del fuoco. Anche il pubblico potrà cimentarsi

MODENA – Domenica 19 maggio, al Parco della Terramara di Montale torna “Fuoco e fiamme”, l’appuntamento di archeologia sperimentale sulle tecniche di accensione del fuoco che accompagna le visite al villaggio ricostruito guidate dagli archeologi con racconti e prove per cogliere l’importanza del fuoco nella preistoria, tra uso domestico, produzioni artigianali, rituali funerari e incendi.

Le tecniche tradizionali per la produzione del fuoco comprendono la frizione per rotazione ottenuta sfregando la legna e la percussione attraverso l’utilizzo di due pietre focaie: entrambe vengono presentate ai visitatori del Parco con dimostrazioni dal vero, a cura di Luca Pellegrini, che consentono di verificare gli strumenti da vicino, i diversi materiali di cui sono fatti e i gesti tecnologici del passato. Il pubblico potrà cimentarsi in prove di accensione insieme all’esperto.

Il fuoco è una conquista dell’umanità non solo per la difesa, l’illuminazione, il riscaldamento e la cottura dei cibi, ma anche come elemento magico di aggregazione sociale. Oggi è normale ed essenziale alla vita di tutti i giorni, eppure sembra che l’umanità abbia iniziato a padroneggiare questo prezioso elemento solo relativamente tardi nella sua storia. Risulta difficile collocare precisamente nel tempo i primi passi di questo processo: le prime evidenze archeologiche interpretate come fuochi da campo risalgono all’incirca a un milione di anni fa, ma non è certo se vi fosse già un controllo del fuoco. Il controllo del fuoco prevede infatti tre tappe principali: la conservazione, il trasporto e la produzione, si suppone che il passaggio da una tappa all’altra abbia richiesto tempi abbastanza lunghi.

Le visite al parco, aperto dalle 9.30, comprendono l’area di scavo dove è venuta in luce la terramara di Montale, il villaggio dell’età del bronzo abitato tra il 1600 e il 1250 a.C. circa, e alla ricostruzione in scala reale di due delle abitazioni scoperte, con arredi, armi, utensili e oggetti di uso quotidiano. Arricchisce ora la visita una nuova esperienza sonora all’interno delle due case per scoprire che rumore fa una terramara. L’approccio interdisciplinare applicato alle analisi dei diversi reperti venuti in luce durante lo scavo della terramara di Montale (1996-2001) si riflette nelle dimostrazioni proposte al pubblico, al quale viene consegnato il testimone di una lunga stagione di ricerca e studio che ha portato esperti delle diverse discipline collegate all’archeologia, come archeozoologi e archeobotanici, a ricostruire la vita di un villaggio di 3.500 anni fa.

Il Parco archeologico di Montale si trova sulla via Vandelli (strada statale 12-Nuova Estense) ed è aperto la domenica e i giorni festivi. Le visite sono guidate, con partenza ogni 45 minuti dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19 (ultimi ingressi ore 11.45 e 17.30). La prenotazione non è obbligatoria, si può partecipare fino a esaurimento dei posti disponibili (circa 50 persone per turno). Chi volesse comunque prenotare, può farlo telefonando ai numeri 335 8136948 (dalle 9 alle 13 dal lunedì al venerdì) e 059 532020 (negli orari di apertura del Parco), o scrivendo a museo@parcomontale.it. La stagione primaverile prosegue fino al 9 giugno.

Programma completo disponibile sul sito www.parcomontale.it e sui social FB e IG @parcomontale.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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