Alda Reggiani: è un’infermiera la prima vaccinata a Modena

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MODENA – È l’infermiera Alda Reggiani, Coordinatrice infermieristica della nascente Unità Operativa vaccinale Covid-19, la prima operatrice sanitaria a Modena.

Nata a Modena nel 1970, ha conseguito il diploma di infermiera nel 1989. Ha iniziato la propria carriera acquisendo una grande esperienza in contesti socio-sanitari legati alle strutture residenziali per anziani e fragili, successivamente ha prestato la propria attività presso il servizio di Assistenza Domiciliare di Modena, specializzandosi nei percorsi di presa in carico delle persone affette da cronicità, con particolare attenzione alle cure palliative. Da inizio pandemia ha fornito un contributo fondamentale dapprima per l’apertura del primo Drive-through provinciale, successivamente ad attività avvitata ha prestato il proprio aiuto alla sorveglianza sanitaria attiva e da qualche giorno è impegnata nell’organizzazione legata all’apertura del Centro unico vaccinale Covid-19. Ha pertanto fornito un apporto fondamentale nell’apertura di nuovi contesti assistenziali necessari per la gestione pandemica.

Sposata, ha due figli, di 21 e 16 anni. Nella sua casa di Solara di Bomporto vivono anche i suoi amati animali, un cane, un coniglio e un pesce rosso. Da sempre appassionata di cucina e viaggi, nella vita extra lavorativa si è prodigata come volontaria nel mondo della scuola, dando una mano nella realizzazione di progetti di raccolta fondi per le attrezzature didattiche. Prima dell’inizio della pandemia, coltivava altre due grandi passioni: il canto e la recitazione, in un coro e in una compagnia teatrale a livello amatoriale.

“Ho sempre creduto molto nell’efficacia e nell’importanza del vaccinarsi, in generale, per qualsiasi malattia – afferma Alda Reggiani, nominata di recente coordinatrice infermieristica dell’Unità Operativa Vaccinale contro il Covid-19 –. Coerentemente con questo, ritengo che anche per questo vaccino sia molto importante che chi rientri nelle categorie da vaccinare, lo faccia. Soprattutto gli operatori sanitari: dobbiamo essere i primi a dare l’esempio e a credere nell’efficacia del vaccino, altrimenti non saremmo coerenti con il lavoro che svolgiamo quotidianamente. È una questione etica, per proteggere in primis i nostri pazienti ma anche noi stessi, per il ruolo fondamentale che ricopriamo nella società. In definitiva, credo che questa sia un’opportunità eccezionale: per dieci mesi abbiamo anelato il vaccino per superare questa pandemia e oggi è finalmente arrivato. Quando ho saputo che sarei stata la prima in assoluto a vaccinarsi nella provincia di Modena sono rimasta un po’ spiazzata: mi ha fatto sicuramente piacere, ma ciò che ritengo fondamentale è che ci sia una risposta forte e decisa alla chiamata del vaccino da parte di tutto il mondo sanitario”.