Al via il Festival “Note oltre i confini 2023”

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Gemma Bertagnolli

Dal 4 febbraio al 28 maggio la musica incontra il territorio tra Reggio Emilia e Modena

REGGIO EMILIA – Titolo emblematico e quanto mai attuale il nome della rassegna che Amici del Quartetto “Guido A. Borciani” di Reggio Emilia propongono per il 2023.

Note oltre i confini. Dialoghi è, infatti, un invito al dialogo in tempi che si trincerano spesso in una cieca sordità verso le istanze altrui inclinando piuttosto verso atteggiamenti autoreferenziali ed ignorando la strada, che pure esiste, della composizione dei conflitti attraverso il confronto, la comunicazione, l’empatia. Tra le persone, tra gli Stati e i Governi, tra le società cosiddette “avanzate” dell’Occidente e il resto del mondo sembra oggi esistere solo la via dell’isolamento nel proprio giardino e nei propri confini. Eppure, la storia dell’umanità ci ha insegnato che solo nell’incontro tra diverse istanze può avvenire un cambiamento nel segno del progresso. Le arti tutte, ma in particolare la musica, hanno sempre sperimentato la contaminazione, l’incontro, il contagio tra culture diverse costruendo una lingua comune, che, se pur appartiene a società lontane nel tempo e nello spazio, continua a parlarci attraverso una sorta di linguaggio “universale”, un’eredità preziosa da salvaguardare.

Il programma del 2023, a cura di Giovanni Bietti, Gemma Bertagnolli e con la partecipe e importante collaborazione di Fondazione Gioventù Musicale d’Italia, è articolato nelle tre sezioni di Dialoghi d’inverno, di primavera e d’autunno. Presenta un ampio repertorio per quartetto d’archi e ensemble vocali e strumentali, con una ricca presenza di interpreti, dai più giovani quasi all’esordio della loro carriera, ad alcuni tra i più maturi e noti Quartetti della scena italiana, agli artisti che si esibiscono in Duo, in un concerto per pianoforte a 4 mani, in Duo per violino e pianoforte, per pianoforte e tastiera, per arpa e liuto, per canto a due voci e pianoforte.

Ogni weekend segue il filo conduttore indicato dal titolo specifico che allude di volta in volta al confronto tra epoche e stili, tradizioni musicali e culture diverse e non dimentica i luoghi ove si svolgono le iniziative cui dedica visite guidate, in prossimità delle Giornate di Primavera del FAI, e Racconti di un viandante, audio-guide alla scoperta di storia, arte e curiosità dei nove Comuni reggiani e modenesi che partecipano alla rassegna e che si potranno ascoltare in Podcast su https://www.radioemiliaromagna.it.

Si inizia il 4 e 5 febbraio con Dialoghi nel tempo. Ars perfecta. È così che alcuni teorici definivano la musica polifonica del pieno Cinquecento. Un’arte che, nella percezione dei contemporanei, aveva raggiunto la massima perfezione immaginabile nella fluidità delle linee vocali, nella libertà espressiva e allo stesso tempo nel rigore della scrittura contrappuntistica. In un entusiasmante dialogo tra grandi Classici attraverso i secoli, il weekend affronta due straordinarie espressioni di musica da camera: il Madrigale tardo-rinascimentale e il Quartetto per archi di fine Settecento-inizio Ottocento, una forma d’arte ugualmente perfezionata, e altrettanto “universale” nell’accostamento, miracoloso, di libertà e rigore.

Tra febbraio e marzo sei concerti sono dedicati ai Dialoghi multiculturali. La musica è, da sempre, un veicolo privilegiato di scambio e di dialogo tra le diverse culture. Nel confronto con “l’altro”, il diverso da sé, il musicista rinnova il proprio linguaggio artistico, lo arricchisce di nuovi stimoli e nuovi significati. Un brano musicale diventa così un messaggio etico ai propri simili, raffigura idealmente la possibilità di imparare gli uni dagli altri, di valorizzare le differenze, di costruire un mondo in cui c’è posto per tutti. L’approccio multiculturale, naturalmente, si coglie già dalla presenza di interpreti provenienti dal Medio Oriente o dall’area caraibica. La formazione pianistica a 4 mani, poi, è il simbolo stesso del dialogo in musica, dato che i due interpreti devono dividersi la tastiera, ascoltarsi ed equilibrare le proprie sonorità, mentre i concerti per Quartetto d’archi, vero e proprio paradigma di democrazia, si fondano sull’ascolto, sul dialogo e sul rispetto reciproco dei quattro strumentisti.

Aprile è dedicato ai Dialoghi mozartiani. Se proviamo a chiederci quale musicista incarni più compiutamente l’idea del dialogo e dello scambio quello di Mozart è il primo nome a venirci in mente. Il grande salisburghese costruisce la propria musica come un continuo confronto tra interpreti, stili e idee musicali. Le tre Lezioni-concerto in programma ci mostrano alcuni di questi straordinari “dialoghi mozartiani”, e allo stesso tempo costruiscono ulteriori possibilità di scambio e di confronto: tra la musica di Mozart e quella dei suoi grandi contemporanei (Beethoven, in questo caso) e tra tradizioni musicali diverse. Il programma propone infatti anche un concerto suonato da due musicisti, uno di tradizione classica, l’altro jazzistica, e quindi apre il grande tema del rapporto tra scrittura e improvvisazione, tra il rigore della pagina scritta e gli spazi di libertà creativa che si celano dietro le note messe su carta dal compositore. Nel caso di Bach e Händel il dialogo assume una sfumatura ancora più ricca: Mozart, infatti, trascrisse alcune loro opere, attualizzando la loro musica e facendola parlare con la propria epoca.

A maggio si conclude la prima parte del programma del 2023 con Dialoghi del suono e dello spirito. Uno spazio aperto sull’appennino modenese, immerso nel silenzio dei boschi, si anima delle voci che cantano “a cappella” e si uniscono ai suoni della Natura. Verso sera nella vicina Chiesa parrocchiale di Castagneto di Pavullo, una piccola frazione testimone e incolpevole vittima delle atrocità della Seconda guerra mondiale, la memoria ritorna a quei tempi lontani, per ricordarci ancora una volta che nella cultura, nell’arte, nella musica possiamo ritrovare lo Spirito del dialogo e della fratellanza

L’attività, dopo la pausa estiva riprende tra settembre ed ottobre a Modena e Formigine con ulteriori tre concerti per pianoforte e voce e per arpa e liuto, con Giovanni Bietti, Gemma Bertagnolli, Giulia Bolcato, Teodora Tommasi, Federico Rossignoli.