CESENA – Nicoletta è una atleta di fama internazionale, dal 1984 al 1994 ha vinto 9 titoli italiani sugli 800 metri e 18 titoli italiani complessivi (juniores, staffette, a squadre). Ha stabilito il suo record personale di 2’01”04 ed è tutt’ora primatista italiana con la 4X800 azzurra, vanta 24 presenze in nazionale, ha guidato come capitana la Snam Milano alla conquista di 3 scudetti e si è ritirata dalle “scene” sportive nel 1995 a 29 anni. Laureata in Scienze Politiche con una tesi in Psicologia dell’organizzazione, ha approfondito poi studi sulla psicologia e dinamiche di gruppo, psicomotricità, ha frequentato la scuola di Coaching&Coaching a Milano e ora affianca al lavoro di Formatrice quello di Sport e Business Coach. Nicola è intervenuta al Rotary Club Cesena, presieduto da Ester Castagnoli, per trattare il tema: “Sport ed etica: un binomio ancora possibile?”. Ricordo – ha detto Nicoletta – gli inizi della mia carriera sportiva quando la mia idea dello sport era ancora “pura”. Non sapevo nulla del doping e di come questo fosse così diffuso nella pratica sportiva. Quando in una conversazione con un allenatore mentre si parlava delle atlete russe e romene io affermai che io non mi sarei mai dopata come le atlete di quei paesi, scatenai una violenta reazione di quest’ultimo che mi disse: “parli così perché non potrai vincere una medaglia a livello internazionale”. Questo mi fece capire che la realtà anche all’ovest non era proprio quella che io immaginavo…. Questo fu il momento che segnò lo spartiacque nella mia visione dello sport. Per fortuna avevo sempre pensato che lo studio fosse altrettanto importante dell’attività sportiva. Così, non mi sentivo ricattabile e decisi di rifiutare quella tanto facile, quanto devastante, strada verso il successo continuando a gareggiare solo grazie al sano allenamento pensando che comunque avrei potuto costruirmi un futuro grazie alla scuola. E così è stato. Dobbiamo – ha proseguito Nicoletta – saper dare dignità alla pratica sportiva anche nelle scuole. Lo sport rappresenta un pilastro portante nella formazione motoria e psicologica dei ragazzi. Oggi il doping si trova di più a livello amatoriale che in quello agonistico. È sempre più urgente che le piccole società sportive diventino delle vere realtà educative. Passaggio sottoscritto anche da Silvia Gentilini, vice questore aggiunto, dirigente del Commissariato di pubblica sicurezza di Faenza, che ha ricordato come da recenti statistiche i reati commessi da minori siano in aumento e in un momento storico nel quale le famiglie e la scuola faticano a dare le giuste risposte lo sport può diventare fondamentale pilastro educativo. L’incontro si è tenuto la scorsa settimana presso il ristorante ‘Quel Castello di Diegaro’.