Modena

Al Parco della Terramara “La frutta (quasi) dimenticata”

Modena, Palazzo Comunale

Domenica 16 ottobre le visite guidate dalle 9.30. Dalla botanica alla tavola, il ruolo della frutta nel corso del tempo. Al termine dei percorsi, laboratori per bambini

MODENA – La frutta esisteva già ai tempi della protostoria? E i popoli dell’età del bronzo la mangiavano? Le risposte le offre l’appuntamento dedicato a “La frutta (quasi) dimenticata” in programma domenica 16 ottobre al Parco archeologico della Terramara di Montale a partire dalle 9.30.

Con la guida delle botaniche Giovanna Bosi e Rossella Rinaldi, del Laboratorio di Palinologia e Paleobotanica di UniMoRe, i partecipanti alle visite guidate potranno scoprire il ruolo che la frutta ha avuto nell’alimentazione nel corso del tempo. Persone e animali, infatti, consumano frutta da sempre, ma è proprio a partire dell’età del bronzo che il rapporto con questo cibo sembra trasformarsi. Le analisi di semi, frutti e pollini rinvenuti durante gli scavi alla terramara di Montale, indicano che potevano rappresentare una fonte di cibo abituale, anche se secondaria, alcune piante legnose spontanee come il corniolo, il noce, il nocciolo, la vite, il prugnolo, il pero e il melo.

Mettendosi in gioco di fronte a un eccezionale allestimento ricco di varietà di frutti, i visitatori scopriranno quali potevano essere effettivamente mangiati dagli abitanti della terramara di Montale, che li raccoglievano da piante spontanee o già in parte coltivate. La conoscenza dei frutti dimenticati rappresenta oggi un elemento di grande importanza dal punto di vista educativo per far comprendere a tutti il valore del legame con il proprio territorio e il ruolo che ognuno può giocare, con i propri comportamenti, per la salvaguardia di queste preziose varietà e per la tutela dell’ambiente e della propria salute.

Un laboratorio dedicato ai bambini, al termine del percorso di visita, permette letteralmente di giocare con alcuni frutti, che per le loro caratteristiche (forma, colore, bellezza) sono stati utilizzati nel corso della storia non solo per scopi alimentari, ma anche per quelli ludici o rituali. Ogni partecipante potrà realizzare ornamenti e amuleti personali e piccoli giochi adoperando materiali vegetali che esistevano anche al tempo della terramara.

Al termine delle visite, i partecipanti riceveranno un omaggio per affrontare i primi freddi offerto dall’erboristeria Tasso Barbasso di Montale: un preparato per tisana dal nome evocativo, “Memorie d’autunno”.

Per le visite, è consigliata, anche se non obbligatoria, la prenotazione: telefonica, ai numeri 335 8136948 (dalle 9 alle 13, dal lunedì al venerdì); 059 532020 (negli orari di apertura del Parco); via mail: museo@parcomontale.it (assicurandosi di ricevere conferma per le prenotazioni); con l’app ioPrenoto. Il biglietto d’ingresso, esclusa la prima domenica di ogni mese, costa 7 euro (ridotto 5 euro, gratuito fino a 5 e oltre i 65 anni). Presentando la Fidelity card del Parco di Montale, il costo del biglietto è ridotto del 50 per cento. Presentando il biglietto del MuSa, Museo della salumeria, l’ingresso al Parco è ridotto a 5 euro.

Gli appuntamenti proseguono domeniche e festivi fino all’1 novembre, con dimostrazioni di archeologia sperimentale e dimostrazioni di antiche tecniche di lavorazione a corredo delle visite, che sono sempre guidate da uno staff di esperti in discipline archeologiche. Laboratori per ragazzi vengono di volta in volta organizzati in collegamento con il tema della giornata.

Il programma completo è disponibile sul sito www.parcomontale.it; fb parcomontale; Instagram museocivicomodena

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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