Venerdì 11 marzo alle 17.30 incontro sulla capitale d’Albania dagli anni Venti alla Street Art; sabato 12 alle 17 si parla di città albanesi dimenticate, straordinari centri dell’antichità
MODENA – Le trasformazioni architettoniche e urbanistiche della capitale Tirana, venerdì 11 marzo alle 17.30 nella sala ex Oratorio al piano terra di Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino a Modena. Le città dimenticate d’Albania, straordinari centri dell’antichità, sabato 12 alle 17 nella Sala dell’Archeologia al terzo piano dello stesso Palazzo dei Musei.
I due appuntamenti, aperti liberamente a tutti, sono collegati alla mostra “Modena-Tirana. Andata e ritorno” e si svolgono nell’ambito delle iniziative in programma per il nuovo ciclo di “Metti la primavera al Museo”.
Venerdì 11 marzo nella Sala ex Oratorio del Palazzo dei Musei alle 17,30, la conferenza sulla “Architettura a Tirana dagli anni Venti alla Street Art”, è un contributo sull’apporto della consistente presenza di architetti italiani in Albania. Dopo gli interventi, soprattutto a Tirana, a partire dagli anni Venti, gli anni della dittatura e l’assenza di regole in urbanistica hanno portato nella capitale del “Paese delle Aquile” altri segni che caratterizzano la città in modo molto vario, attraverso un grande uso dello strumento del concorso che sta producendo interessanti innesti e tentativi di recupero. A parlarne sono Elisabetta Procida, storica dell’architettura, Ledian Bregasi, dell’Università Polis di Tirana, e Federico Zanfi, architetto urbanista del Politecnico di Milano. L’incontro è realizzato in collaborazione con l’Ordine degli Architetti della Provincia di Modena. Agli architetti partecipanti saranno riconosciuti due crediti formativi (Cfp).
Sabato 12 marzo, invece, alle 17 nella Sala dell’Archeologia dei Musei civici rivivono le “Città dimenticate d’Albania”: Phoenike e Butrinto gli straordinari centri dell’antico Epiro, che furono oggetto fra il 1926 e il 1931 delle ricerche della Missione archeologica italiana guidata da Luigi Maria Ugolini e definita da Mussolini “utile e politicamente opportuna”. L’archeologo romagnolo, che coniugava abilmente storia e propaganda nell’interpretare gli scavi in terra albanese, gettò le basi di una ricerca proseguita prima da archeologi albanesi, poi da una missione inglese, e infine dalla sezione di Archeologia dell’Alma Mater di Bologna. A parlarne è chiamato uno dei protagonisti, Giuseppe Lepore, docente di Archeologia greca e romana all’ateneo bolognese.
La mostra “Modena-Tirana. Andata e ritorno”, allestita fino al 5 giugno nella sala Boni, al terzo piano di Palazzo dei Musei, propone uno sguardo particolare, tutto modenese ed emiliano, su episodi e personaggi che ruotano attorno al controverso passato coloniale italiano, per poi ricongiungersi con l’attualità attraverso le memorie di esperienze più recenti. La mostra è il frutto della collaborazione del Museo civico archeologico modenese con l’associazione Moxa (Modena per gli altri) e numerosi altri partner, con il patrocinio delle ambasciate d’Albania a Roma e d’Italia a Tirana e con il contributo della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione Cassa di risparmio di Modena.
L’esposizione è visitabile gratuitamente da martedì a venerdì: dalle 9 alle 12 (con possibilità di apertura pomeridiana per gruppi di minimo 20 persone su prenotazione); sabato, domenica e festivi: dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19; chiuso i lunedì non festivi.
Informazioni online (www.museicivici.modena.it).