Chiuso il primo bando nazionale delle Politiche Agricole, in regione presentate circa 1.570 domande
BOLOGNA – Più vigneti in Emilia-Romagna. L’assessorato regionale all’Agricoltura ha autorizzato per il 2016 nuovi impianti viticoli, per una superficie complessiva di 523 ettari, a conclusione del bando unico nazionale del ministero delle Politiche agricole nel primo anno di applicazione del nuovo regime comunitario per la gestione del patrimonio vitivinicolo.
Normativa che ha appunto introdotto il meccanismo delle autorizzazioni al posto del vecchio sistema basato sui diritti di impianto e reimpianto, liberamente trasferibili. I nuovi impianti, per espressa disposizione di Bruxelles, devono essere realizzati entro tre anni dall’atto di concessione (Determinazione n. 8440 del 25 maggio 2016), cioè entro il 26 maggio 2019.
A fronte di una disponibilità teorica per l’Emilia-Romagna di 514 ettari per la messa a dimora di nuovi vigneti – pari all’1% , come previsto dal decreto ministeriale n. 12272 del 15 dicembre scorso – le domande inviate a Roma per l’ampliamento delle superfici vitate sono state circa 1.570, per un’estensione di oltre 4.700 ettari. “L’alto numero di richieste pervenute – sottolineano con soddisfazione l’assessorato – è un bel segnale che testimonia della vivacità di un settore dell’agroalimentare regionale sempre più importante sotto il profilo economico, soprattutto in chiave di export”.
Con la redistribuzione delle quote non utilizzate da parte di altre regioni, alla fine ai produttori dell’Emilia-Romagna sono stati assegnati 523 ettari in più rispetto all’attuale dotazione, circa il 12% della superficie richiesta. Chiusa la prima parte della procedura, si apre ora la fase successiva nella quale i singoli produttori possono rinunciare all’assegnazione, senza incorrere in penalità. L’eventuale rinuncia deve essere presentata entro il 15 giugno prossimo direttamente ad Agea, organismo che dipende dal ministero, attraverso le applicazioni messe a disposizione sul Sian (Sistema informativo agricolo nazionale). Le superfici “rinunciate” saranno rimesse a bando l’anno prossimo.