Passione, creatività e spirito di innovazione sono le caratteristiche “che meglio definiscono la nostra comunità e che Forghieri ha saputo interpretare in maniera eccezionale – ha sottolineato il sindaco – diventando, così, un esempio di Modena nel mondo grazie ai successi della Ferrari di cui è stato uno dei principali artefici”. La Motor valley, un’area dove la passione per la meccanica ha una lunga tradizione e in cui sono nate fabbriche di marchi automobilistici che hanno concorso a far conoscere il nome di Modena nel mondo, “ha avuto in Forghieri uno dei protagonisti più importanti – ha aggiunto Muzzarelli – non solo per i risultati e sportivi a cui ha contribuito in maniera decisiva, ma anche per l’incessante ricerca della qualità tecnica e della bellezza estetica abbinate all’obiettivo costante dello sviluppo tecnologico”.
In occasione della consegna delle chiavi della città, un conferimento accompagnato dall’applauso del Consiglio comunale, Forghieri aveva espresso commozione per il riconoscimento e aveva sottolineato il legame con Modena. La delibera sulla cittadinanza onoraria, presentata in aula dal sindaco Muzzarelli, era stata votata all’unanimità dall’Assemblea.
Forghieri, nato nel 1935, fu scelto proprio dal Drake come capo del “Reparto Corse” di Maranello: una scelta lungimirante nei confronti dell’allora 27enne ingegnere, entrato in Ferrari ad appena due anni dalla laurea all’Università di Bologna, che dimostrò ben presto la competenza e il carisma che contribuirono poi negli anni ai numerosi successi della Rossa. A partire dal 1962, rivestendo il ruolo di responsabile del Reparto tecnico per le vetture da corsa di F1 e della categoria Sport prototipi, Forghieri guidò infatti le supercar modenesi alla vittoria di 54 gran premi iridati, quattro titoli mondiali piloti e sette titoli costruttori; nella sua lunga attività a Maranello, inoltre, introdusse elementi tecnici di novità che hanno segnato la storia dei motori, come, per esempio, l’installazione degli alettoni sui veicoli che sfrecciano sulle piste. Alla fine degli anni Ottanta l’ingegnere lasciò poi la Ferrari per approdare prima alla Lamborghini e quindi alla Bugatti, sempre mantenendo il carattere innovatore che ne ha connotato la carriera.
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