Ad Anatomie della Mente Stefano Caracciolo parla di “Hermann, il lupo della steppa

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Stefano CaraccioloGiovedì 14 aprile viaggio psicobiografico fra Oriente e Occidente nell’Opera di Herman Hesse”

FERRARA – Giovedì 14 aprile alle ore 16.30 nella cornice della Sala Agnelli e del Teatro Anatomico della Biblioteca Ariostea (via Scienze, 17), si terrà il quinto appuntamento del ciclo di Anatomie della Mente, le conferenze dei Giovedì di Psicologia a cura di Stefano Caracciolo, Ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara, giunto quest’anno all’ottava edizione e con accesso libero e gratuito per tutta la città.

“Hermann, il lupo della steppa”. E’ questo il titolo della conferenza che sarà tenuta dallo stesso Caracciolo, che traccerà un viaggio psicobiografico fra Oriente e Occidente nell’opera di Herman Hesse.
Come ci anticipa lo stesso Caracciolo… “Hermann Hesse (1877-1962) fu scrittore, romanziere, poeta e saggista di rara sensibilità e di grande fama, specialmente dopo essere stato insignito del Premio Nobel (1946) e da quando alcuni suoi romanzi anni dopo la pubblicazione, sono entrati nella lista dei best seller di tutto il mondo: è il caso di ‘Siddharta’ e di ‘Il Lupo della Steppa’. Ma al di là del successo, Hermann Hesse merita una rilettura in chiave psicobiografica.

Si tratta di un uomo, poeta, letterato e pittore, la cui creatività si è confrontata, nell’arco della vita, con crisi psicologiche gravi, tentativi di suicidio, ricoveri e terapie che l’hanno avvicinato alla teoria e terapia psicoanalitica. Fu infatti paziente prima di un allievo di Carl Gustav Jung e poi dello stesso psichiatra e psicoanalista di Zurigo, tanto da divenire uno studioso attento delle teorie psicoanalitiche e da teorizzare l’importanza della psicoanalisi in ambito artistico in un saggio del 1918 sul ‘Frankfurter Zeitung’. La sua sensibilità, emersa in adolescenza e tradotta fin da subito in una originale vena poetica, lo ha esposto a momenti di difficoltà emotiva, in una vita caratterizzata da fughe e vagabondaggi e da ben tre matrimoni.

La storia di Hesse è quella di uno spirito inquieto, cresciuto all’ombra della religione protestante dei genitori e da loro avviato al Seminario, ma già animato da una attenzione per l’Oriente per influsso del nonno materno, grande studioso di lingue e civiltà indiane. Hesse si è interessato anche di induismo e di buddhismo, assumendo un importante ruolo politico fra le due guerre e caratterizzando la sua opera saggistica come denuncia per gli orrori della guerra e del nazismo. Ma come le vicissitudini della sua vita hanno influito nell’ispirare le sue opere? E quanto delle sue personali vicende ritroviamo nei personaggi dei suoi romanzi? Hesse è il novizio Boccadoro che fugge dal monastero (Narciso e Boccadoro), il mistico indiano Siddharta che conosce il Buddha ma poi finisce i suoi giorni come aiutante di un barcaiolo, oppure il suicida Harry Haller (H.H. come lui) del ‘Lupo della Steppa’ o il ‘magister’ Josef Knecht nella utopica Castalia del ‘Gioco delle Perle di Vetro’? Cercheremo di rispondere a questi interrogativi in un percorso di esplorazione fra lettura di brani delle sue opere e immagini della vita, compreso un raro documentario girato nella patria d’adozione, la sua Svizzera”