FORLIMPOPOLI (FC) – C’è un fil rouge che unisce gli scrittori lungo la Via Emilia: acqua e farina. Tessitore di tutto ciò non può che essere lui, Pellegrino Artusi. È quanto è emerso nell’incontro a Casa Artusi “Acqua e farina, lungo la via Emilia”, presentazione del Quaderno pubblicato dall’Associazione Case della Memoria, sodalizio che mette in rete una settantina di case museo di grandi personaggi. Il Quaderno, coordinato da Paola Pescerelli coordinatrice in Emilia-Romagna dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, racconta il rapporto con i due ingredienti di tutta una serie di scrittori da Piacenza a Rimini.
“Pochi elementi per tendere all’infinito. – ha detto Laila Tentoni, vicepresidente di Casa Artusi – Acqua e farina sono due ingredienti poveri che racchiudono tutta la tradizione della cucina italiana La musica ha sette note, alla cucina bastano due semplici ingredienti. Questo perché la nostra è una cucina popolare, nata in un contesto di povertà”.
L’emblema è la storia della piadina, fino a poche generazioni fa pane dei poveri, fatta con farine di scarsissima qualità, prodotto che non aveva una sua chiara identità e definizione. Tant’è che Artusi ne scrive nel suo celere Manuale e la chiama “pasta matta” (ricetta numero 153). La svolta arriva con il lievito e con Giovanni Pascoli che la nobilita a prodotto simbolo della terra di Romagna.
All’incontro svoltosi venerdì 29 giugno alla Festa Artusiana erano presenti Adriano Rigoli e Marco Capaccioli, Presidente e Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, Paola Pescerelli Lagorio, Presidente di Casa Raffaele Bendandi di Faenza e coordinatrice in Emilia-Romagna dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, l’Assessore Patrizia Ornelli di Grizzana Morandi (Bologna).
(foto della presentazione di venerdì 29 giugno a Casa Artusi)