Intervengono Rosita Copioli e Isabella Leardini.
L’antologia ripercorre, per buona parte del lavoro e con una modalità peculiare all’ Autrice, le tappe della dimensione dell’abbandono, dell’assenza, della solitudine da intendersi come esperienze spesso centrali nella vita di ognuno, nonché materiale molto utilizzato in campo letterario e poetico, ma anche artistico in generale.
Anche senza conoscere la storia personale dell’ Autrice,è evidente che la parte prevalente della sua poetica sia dedicata a testimoniare il bisogno di parlare di un determinato accadimento, di farlo per lasciare un segno di quest’esperienza e per verificare se magari, da questo segno urlato al mondo, possa scaturire una scia da seguire per rinascere a nuova vita, ricucendo le ferite della carne.
Il percorso scelto dall’ Autrice sembra inevitabile: attraverso il ricordo, rivissuto come una sorta di pensiero fisso su ciò che è accaduto e soprattutto su ciò che era prima, viene rielaborata, in ogni sua particella minimale e dolorosa.
Poi, oltre la metà della raccolta, pare altrettanto vero che, a un certo punto, accade qualcosa di nuovo, che segna un determinato momento in cui cambia la scena, cambiano i sentimenti e cambia addirittura il modo di scrivere dell’Autrice che diventa più scarno, con meno aggettivi e proclami, scandito da un ritmo più tagliente, in contrasto con l’apparente inizio del disgelo.
Paola Mulazzani vive in Valmarecchia, nell’ entroterra riminese. Laureata con lode in Lettere Moderne, nel 2007 pubblica la sua prima raccolta di nugae – “Acheni” – con prefazione della poetessa ligure Elena Bono e quarta di copertina di Laura Lepri.
Frontespizio. Piccola rassegna di libri nuovi
“Come la prima pagina interna, che di un libro fornisce gli elementi essenziali e sostanziali, questa rassegna vuole accompagnare i lettori davanti alla porta di ingresso di nuovi testi. L’etimo della parola “frontespizio” (dal tardo latino frontispicium, composta di frons, frontis ‘fronte’ e del tema di specĕre ‘guardare’), evoca l’atto di guardare un volto, che restituisce la conoscenza delle principali espressioni e dei caratteri peculiari di una persona. Anche queste presentazioni ci faranno incontrare il volto di un libro e insieme quello del suo autore. Presentare equivale anche a declinare al presente, al qui e ora, gli infiniti argomenti legati all’arte della scrittura. La presenza in sala dell’autore è dunque un’occasione per collocare il pubblico in una inedita postazione, aggiuntiva rispetto alla lettura del libro. Conoscere le premesse dalle quali quel testo nasce, gli intenti dai cui lo scrittore è partito per costruirne l’impalcatura, offre un importante arricchimento di senso. Quando si diffuse il termine italiano “Frontespizio”, agli inizi del XVII secolo, le pagine di apertura di un libro contenevano, oltre ai nomi e ai titoli, anche un’architettura di immagini: colonne e timpani, figure allegoriche e oggetti simbolici erano disegnati e incisi a decorazione e viatico di quelle porte d’ingresso al testo.” Massimo Pulini
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