Il fossile, già segnalato alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza, è custodito nel Museo di Storia Naturale dell’Università di Parma, che ne garantisce la conservazione e coordinerà lo studio multidisciplinare.
Il progetto di ricerca, denominato “ACAMAR”, indagherà la paleoantropologia, la paleogenetica e la geochimica del prezioso reperto. Esso si svolgerà nei prossimi mesi mediante una collaborazione tra la Soprintendenza, l’Università di Parma, l’Università di Milano, l’Università di Bologna e il Museo Paleoantropologico del Po di San Daniele Po con lo scopo di ricostruire la storia di un esemplare unico nello scenario paleontologico padano, per presentarla in articoli scientifici su riviste internazionali e nella nuova esposizione permanente del Museo di Storia Naturale dell’Università di Parma, dove il fossile verrà esposto.
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