BOLOGNA – Ha preso il via ieri mattina l’evento “Abitare, Salute e Conoscenza per la Grande Bologna”, nel corso della quale sono stati presentati i progetti strategici del Comune di Bologna per una città più inclusiva, attrattiva e più capace di prendersi cura delle persone.
Nell’intervento di apertura il sindaco Matteo Lepore ha lanciato l’obiettivo di 10mila nuovi alloggi nei prossimi 10 anni da realizzare sia con fondi pubblici che insieme ai privati. Il Piano per l’abitare prevede un investimento da parte del Comune di 200 milioni di euro, con risorse già reperite, per la realizzazione nei prossimi anni di circa 3mila alloggi dedicate alle fasce più marginali, agli studenti, a chi cerca un affitto a canone agevolato. Altri alloggi, circa 2mila, potranno invece realizzati insieme alla Regione Emilia-Romagna, Università di Bologna e privati per accogliere le alte professionalità che arriveranno a Bologna attirate dalla presenza del Tecnopolo e delle aziende del territorio.
I restanti alloggi saranno di edilizia privata. La variazione al Piano Urbanistico Generale in corso di approvazione rende infatti possibile intervenire su aree dismesse già edificate, come quelle ferroviarie e militari, senza ulteriore consumo di suolo. Inoltre promuove interventi edilizi e urbanistici a zero consumo energetico, per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo della neutralità climatica entro il 2030, e sostiene attivamente l’offerta abitativa sociale introducendo l’obbligo per i privati di realizzare anche una parte di edilizia sociale o di trasferire le risorse al Comune che provvederà all’intervento.
“Nei prossimi 10 anni si possono liberare o realizzare circa 10.000 alloggi grazie a un investimento straordinario- commenta il sindaco Matteo Lepore -, l’obiettivo è non cedere la proprietà delle aree ai grandi fondi speculativi, ma anzi tornare a un’idea di acquisizione di diverse aree che possono essere rimesse in gioco. Già nello scorso mandato abbiamo detto no al consumo di suolo. Ora la sfida è rigenerare le aree dismesse. Stiamo acquisendo aree ferroviarie coi fondi del Pnrr e stiamo chiudendo un accordo col Demanio per la Stamoto e per la caserma Perotti. Parte quindi una nuova stagione che definirei, come quella gloriosa degli anni ’60 e ’70 dell’urbanistica riformista, dell’urbanistica progressista. Per affrontare la forte tensione abitativa serve un grande piano per la casa in questo Paese, con fondi pubblici. Bologna dà come apripista questo segnale. Saremo la città che più investe in Italia sul diritto alla casa”.
In apertura dei lavori sono intervenuti: il sindaco Matteo Lepore, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari, e l’Arcivescovo di Bologna Cardinal Matteo Maria Zuppi.
A seguire la vicesindaca con delega alla Casa Emily Clancy ha presentato il Piano per l’abitare, l’assessore al Welfare e Salute Luca Rizzo Nervo ha illustrato le Strategie per la Salute di prossimità, l’assessore all’Urbanistica Raffaele Laudani è intervenuto sul tema La Città della Conoscenza: rigenerazione urbana e politiche della Conoscenza.
Ha chiuso la giornata l’intervento di Caterina Sarfatti, Director of C40’s Inclusive Climate Action programme.
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