RIMINI – La V Commissione Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, presieduta dalla consigliera regionale Francesca Marchetti, ha fatto ieri tappa a Rimini dedicando una seduta di approfondimento al progetto che vede Rimini insieme alla Romagna candidata a Capitale italiana della Cultura per il 2026. Mentre si avvicina la data delle audizioni a Roma – in calendario il 4 e 5 marzo – dove Rimini sarà chiamata a presentare contenuti e obiettivi del suo progetto di candidatura – ieri nella sala del Consiglio Comunale il dossier di candidatura è stato presentato alla delegazione regionale, con la partecipazione dell’assessore alla Cultura Mauro Felicori. A introdurre la commissione, alla quale sono intervenuti l’advisor e coordinatore della candidatura Paolo Verri e la co-direttrice artistica Cristina Carlini, il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad che ha esordito ringraziando a nome della città la Commissione e l’assessore Felicori “per la vostra attenzione e partecipazione a un progetto di futuro che riguarda Rimini, la Romagna, la regione tutta”.
La candidatura di Rimini a capitale della Cultura per l’anno 2026, già entrata tra le 10 ‘finaliste’, “è un punto di partenza e non di arrivo. Per me in qualche modo, abbiamo già vinto. La candidatura infatti è figlia di una crescita soprattutto di consapevolezza di questa città, che grazie ad un percorso avviato negli anni ha riscoperto se stessa, superando quella visione di terra di soli ‘ombrelloni’ a cui siamo molto legati e ancora oggi fondamentale, ma che per un periodo sembrava bastasse a se stessa.
La nostra è una candidatura oggettivamente nuova nel senso che corre sul filo sottile di un rasoio: va letta nell’accezione più ampia e moderna del termine cultura, in cui non esiste una gerarchia alta/bassa. Il senso di tutto è nel claim che abbiamo scelto, derivazione di un motto dialettale apparentemente in un italiano scalcagnato: Vieni Oltre. Oltre è la curiosità, la necessità di alzarsi in punta di piedi per guardare oltre la siepe, vedere cosa c’è al di là, senza restare arroccati. Vieni oltre è la capacità di includere e accogliere, caratteristica unica di Rimini.
Non mi piacciono le autocelebrazioni, ma non esagero se dico che Rimini è la città più immaginata d’Italia. Ogni italiano ha un ricordo di Rimini per esserci stato. Rimini è citata 671 volte nei titoli di una canzone italiana. Rimini è una spiaggia, è Fellini, è Tondelli, è De Andrè; è Sergio Zavoli, è lo scandaloso tempio malatestiano, è Tonino Guerra, è la Francesca di Dante primo personaggio protofemminista d’Italia, è Piero della Francesca, è l’arrivo della via Flaminia e poco distante il km zero della via Emilia, è il Ponte di Tiberio e l’Arco d’Augusto. È una distesa infinita di ombrelloni, è la discoteca, è il corpo, ed è stata anche ‘riminizzazione’.
Siamo stati i primi ad aprire le porte alla vacanza ‘democratica’ in cui la spiaggia non era solo prerogativa dei ricchi. Siamo stati la riviera delle colonie, e colgo l’occasione per chiedere a questa stessa commissione di rivederci proprio per ragionare insieme sul tema. Siamo anche un esempio di apertura ed inclusione al mondo e un modesto esempio è il fatto che siamo la prima città in Italia ad avere un sindaco di seconda generazione, il sindaco col ‘cognome strano’.
Il nostro progetto, il nostro dossier, esalta queste vocazioni. Come ho detto prima, questo è un punto di partenza e non una gara. Lo dico chiaramente perché sappiamo tutti che questa non è una competizione sportiva o meglio, se lo è, è influenzata da elementi che magari c’entrano poco o nulla con la sostanza delle cose. È avvenuto così prima e probabilmente avverrà anche domani.
L’unica cosa che chiede Rimini e credo anche la Regione è che si resti sul merito delle cose, sull’eccezionale anomalia di una candidatura nuova, inedita di una città e un territorio, ufficializzata per altro nei giorni e nelle settimane terribili dell’alluvione e sostenuta con entusiasmo dai sindaci e dalle comunità della Romagna. A loro va il mio ringraziamento, così come al team che ci sta accompagnando in questo percorso dalla direzione artistica con Paolo Verri, Francesca Bertoglio e Cristina Carlini e tutto il direttivo e lo staff del settore cultura dell’Amministrazione”.
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