RICCIONE (RN) – Oltre 1.200 studenti degli Istituti Comprensivi 1 e 2 di Riccione, del Liceo statale ‘Volta-Fellini’, dell’Istituto alberghiero ‘Savioli’ di Riccione e dell’istituto Gobetti di Morciano hanno aderito alla proposta cinematografica dell’Istituzione Riccione per la Cultura in occasione del Giorno della Memoria.
La città di Riccione ha celebrato il ricordo delle vittime dell’Olocausto attraverso la proiezione del film ‘Il Labirinto del silenzio’, del regista Giulio Ricciarelli. L’opera cinematografica è candidata al Premio Oscar 2016 come miglior film straniero ed è indicato tra i cinque film finalisti; prossimamente sarà proposto anche all’interno della rassegna cinematografica ‘Riccione Cinema d’Autore’.
Ieri mattina il Cinepalace Riccione ha ospitato i primi 800 ragazzi, altri 400 sono previsti nelle giornate di oggi e del 4 febbraio. Ad accoglierli è stato il presidente dell’Istituzione Riccione per la Cultura, Giovanni Bezzi assieme al patron del Cinepalace, Massimiliano Giometti.
“La nostra intenzione è quella di stimolare le nuove generazioni a riflettere su quanto perpetrato nei confronti delle persone di religione ebraica oltre 70 anni fa – ha affermato il presidente dell’Istituzione Riccione per la Cultura Giovanni Bezzi – nessuno può esimersi dal conoscere il passato per costruire un futuro migliore.”
Per approfondire la conoscenza, fonte primaria per la comprensione e l’integrazione tra i popoli, Riccione ha proposto a tutti i cittadini l’ascolto, presso lo Spazio Tondelli, di letture a cura dell’attore Gianluca Vannucci tratte da scritti di testimoni dell’Olocausto e della deportazione e di brani della tradizionale musica popolare ebraica: le melodie struggenti e i vivaci ritmi di festa della musica klezmer suonata dal gruppo Siman Tov.
“Ricordare oggi la tragedia delle vittime della Shoah – ha dichiarato il sindaco di Riccione, Renata Tosi – è un gesto doveroso che deve riportare al centro del nostro pensiero la speranza che nulla di simile dovrà mai più accadere. Colmare il ricordo di quella catastrofe, fino a farlo tracimare, di immensa umanità deve essere anche un monito per i difficili tempi che stiamo vivendo. Sembra che il mondo si sia dimenticato di quell’orrore e dei principi di uguaglianza e accoglienza che devono albergare in tutti noi. Stiamo lasciando spazio alla prepotenza e all’egoismo, nelle cui piaghe affonda drammaticamente il delirio del terrorismo internazionale. Ricordare quello che accadde nei campi di sterminio deve servire anche per aiutarci a costruire una società più giusta, libera da ogni radicalismo religioso, di razza e di colore per dare un futuro migliore ai nostri giovani. Memori delle troppe tragedie del passato per evitare che si ripetano ancora”.