Modena

A Modena nel 2020 29 mila certificati on line

La maggior parte dei modenesi ha optato per la pratica digitale e con PagoPa movimentati 42 milioni di euro. Assessora Ferrari: Trasformazione digitale in atto

MODENA – “La possibilità di accedere ai servizi pubblici tramite un mezzo di così facile e diffuso utilizzo come lo smartphone si inserisce nel percorso molto più ampio di trasformazione digitale avviato dall’ente”, spiega l’assessora alla Smart city Ludovica Carla Ferrari in merito ai servizi del Comune di Modena resi disponibili accessibili dall’App IO.

“Un percorso – continua Ferrari – che nell’ultimo anno ha conosciuto una notevole accelerazione, così come le aspettative dei cittadini in tema di servizi digitali rispetto alla fase pre-pandemia”.

Ne è un esempio concreto il numero di certificati di anagrafe e stato civile rilasciati on-line, che sono passati dal 37% del 2019 al 63% del 2020 (pari a circa 29 mila certificati digitali). Altrettanto importanti sono i numeri riscontrati per l’inoltro di istanze per servizi all’istruzione e per effettuare pratiche online legate all’edilizia che oscillano tra il 70 e il 100 per cento a seconda del tipo di servizio.

Anche i pagamenti effettuati tramite pagoPA confermano la diffusione del servizio passando dai circa 10 milioni di euro del 2019 ai circa 42 milioni di euro del 2020.

“Sono tutti segnali di una trasformazione digitale in atto a più livelli – spiega l’assessora – secondo la strategia rimodulata col Piano Digitale e costruita su quattro assi fondamentali: infrastrutture e connettività (insieme all’avvio dell’attività del data Center, continua l’impegno ad ampliare la rete pubblica Man e i punti di wifi); servizi e semplificazione (nel corso del 2021 sarà ampliata ulteriormente l’offerta di servizi digitali); cultura digitale e competenze (attraverso corsi di alfabetizzazione digitale e all’uso consapevole di Internet, i progetti nelle scuole, la Palestra digitale e i punti di assistenza ai servizi on line); i progetti speciali (per l’ampliamento della videosorveglianza o la connettività in frazioni e zone industriali), tenendo al centro le persone e lavorando in sinergia con enti e istituzioni locali, nazionali ed europei e con numerose altre realtà”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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