Il vincitore dell’Oscar come miglior documentario apre la rassegna di cinema del reale di “Internazionale” e CineAgenzia, proposta a Parma da Università, CAPAS e ISREC. Alle 21 all’Officina delle Arti Audiovisive, ingresso gratuito
PARMA – Parte l’8 maggio con 20 days in Mariupol, vincitore dell’Oscar come miglior documentario, la rassegna Stati di Crisi: Mondovisioni, che propone una serie d’incontri di approfondimento su tematiche legate all’attualità. L’obiettivo è raccontare attraverso il cinema del reale e del cine-reportage la complessità del nostro tempo attraverso storie esemplari e senza filtri.
L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra la rivista “Internazionale” e CineAgenzia, è proposta a Parma da Università, Centro per le Attività e le professioni delle Arti e dello Spettacolo – CAPAS e Istituto Storico della Resistenza e dell’età Contemporanea – ISREC, è a ingresso gratuito ed è rivolta a studentesse e studenti dell’Università e a tutte le persone interessate.
Il programma si tiene in equilibrio tra impegno e riflessione, tra attualità e approfondimento storico, tra emozione e analisi, per proporre uno sguardo sul mondo che solo il miglior cinema documentario e il grande giornalismo sanno offrire.
Il format prevede, oltre alla proiezione, un momento introduttivo di discussione sul film e sulle tematiche rappresentate, grazie alla partecipazione di ospiti scelti dai promotori e dalle promotrici del progetto (Giulia De Florio, Maria Candida Ghidini, Sara Martin, Carlo Ugolotti).
Si parte appunto l’8 maggio alle 21 all’Officina delle Arti Audiovisive (Via Mafalda di Savoia 17/a, Parma) con la proiezione di 20 days in Mariupol di Mstyslav Chernov, incentrato sul significato e sulla necessità della testimonianza giornalistica nel contesto della recente guerra in Ucraina.
Alla vigilia dell’invasione russa dell’Ucraina, una squadra di giornalisti entra nella città portuale di Mariupol. Durante il successivo assedio, mentre cadono le bombe, gli abitanti fuggono e l’accesso a elettricità, cibo e acqua è interrotto, i reporter, unici rimasti, lottano per raccontare le atrocità della guerra, finché circondati dai soldati russi si rifugiano in un ospedale, in trappola. Le loro immagini, diffuse dai media mondiali, documentano morte e distruzione.
La proiezione sarà preceduta da un’introduzione di Sara Martin (Università di Parma), che analizzerà l’opera dal punto di vista della costruzione filmica, e da un breve dibattito sulla situazione geopolitica cui parteciperanno Giulia De Florio (Università di Parma), Claudia Bettiol e Francesco Brusa (Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa).
Gli altri film della rassegna saranno presentati a settembre 2024, sempre alle 21 all’Officina delle Arti Audiovisive.
A settembre sarà la volta di Praying for Armageddon di Tonje Hessen Schei (2023), thriller politico che indaga le pericolose conseguenze della fusione tra cristianesimo evangelico e politica statunitense; Theatre of Violence di Emil Langballe e Lukasz Konopa (2023), che racconta come con una combinazione di cristianesimo, stregoneria e tortura in Uganda circa 20mila bambini siano stati trasformati in soldati del Lord’s Resistance Army; Total Trust di Jialing Zhang (2023), inedito sguardo dall’interno di una Cina in cui le possibilità digitali di controllo sociale hanno portato a un livello di sorveglianza statale senza precedenti.