Il progetto mira all’aumento della competitività delle aziende agricole attraverso la valorizzazione della biodiversità cerealicola in regime biologico
PARMA – Martedì 8 gennaio dalle 9.30 si terrà al Campus, nell’Aula delle Scienze – Padiglione 25, il convegno finale del progetto “Bio² – Aumento della competitività delle aziende agricole di montagna e alta collina attraverso la valorizzazione della Biodiversità cerealicola in regime Biologico”, finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Emilia Romagna sulla Misura 16.1.01.
Il convegno, che si tiene nell’ambito della Scuola di Studi Superiori in Alimenti e Nutrizione dell’Università di Parma, sarà moderato da Gianni Galaverna, docente del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco. Nel corso della mattinata i partner di progetto illustreranno i risultati conseguiti, interverranno tra gli altri le docenti del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco Chiara Dall’Asta e Francesca Scazzina e le ricercatrici Margherita Dall’Asta e Marianna Guareschi. Nel pomeriggio verranno approfonditi temi molto attuali per il settore della cerealicoltura biologica tra cui le novità legislative sulla semente e la costituzione di biodistretti. Alla tavola rotonda, prevista nel primo pomeriggio, parteciperà l’Assessore all’Agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia Romagna Simona Caselli.
Il progetto Bio² si è proposto di coltivare in regime biologico quattro popolazioni evolutive di frumento. L’agricoltura di alta collina e di montagna può infatti beneficiare di strategie di differenziazione produttiva indirizzate verso il biologico, la salubrità, i territori, la biodiversità. In questo modo i prodotti si sottraggono alla competizione (focalizzata su rese, costi e prezzi) con l’agricoltura di pianura e si dotano di un’identità tale da consentire, potenzialmente, la sopravvivenza, la crescita e addirittura il ritorno delle attività imprenditoriali.
La coltivazione in biologico di frumenti alternativi come i farri, popolazioni locali o varietà storiche di frumenti teneri e duri come Gentilrosso, Virgilio, Frassineto, Cappelli, può rappresentare una delle modalità per cogliere le opportunità descritte. Questi frumenti stanno vivendo un momento di riscoperta perché sono associati ad un’ottima qualità nutrizionale, alla valorizzazione del territorio, della cultura e delle tradizioni locali ed al mantenimento della biodiversità coltivata.
Queste le tematiche specifiche affrontate dal progetto Bio²:
– verificare le performance agronomiche di farri e varietà storiche di frumenti teneri e duri coltivati in biologico a confronto con varietà moderne;
– caratterizzare le popolazioni evolutive, le varietà storiche e i farri per il loro contenuto in proteine e microelementi importanti quali minerali (ferro, zinco, magnesio), vitamine del gruppo B ed acidi fenolici;
– caratterizzare i pani ottenuti dalle popolazione evolutive dal punto di vista sensoriale e nutrizionale, in particolare misurando in-vitro la biodisponibilità di minerali, vitamine e dell’amido ed in-vivo le risposte glicemiche ed insulinemiche post-prandiali di 13 soggetti sani;
– fornire alle aziende agricole concrete valutazioni delle potenzialità competitive delle scelte colturali proposte dal progetto ed indicazioni pratiche su modalità di accesso al mercato che consentano la piena valorizzazione del nuovo corso produttivo adottato.
Il gruppo operativo Bio² è composto da Open Fields (capofila del progetto), una PMI parmense che si occupa di trasferimento tecnologico nel settore agri-food, l’Università di Parma con il Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco, il Molino Grassi, leader nella macinazione di frumento biologico, l’Azienda Agraria Sperimentale Stuard, l’ente di formazione Agriform e cinque aziende agricole: “Angus Az. Agricola” di Bedonia (PR), “Az. Grossi Claudio” di Lesignano De’ Bagni (PR), “Az. Elena di Cunial” di Traversetolo (PR), “Az. Agricola Bismantova” di Castelnovo Ne’ Monti (RE) e “Soc. Agr. Le Piagne” di Vogno di Toano (RE).