Nel corso della mattinata, a partire dalle 8, saranno deposte corone nel Cimitero Militare degli Alleati, al Monumento al Partigiano in Viale Carducci, sulla Lapide a Mario Guidazzi (in Corso Cavour, 157), sul Monumento ai Caduti di Cefalonia (in Viale Carducci), sulla Lapide in ricordo degli Ebrei caduti e deportati per motivi razziali (Piazza Almerici), sulla lapide ai Caduti partigiani nel Loggiato del Palazzo Comunale, sulla lapide alle Vittime civili di guerra nell’Atrio del Palazzo Comunale, nello Sferisterio della Rocca, sul Monumento alle vittime di Ponte Ruffio. Il Sindaco Enzo Lattuca deporrà – in solitaria – la corona di alloro sulla lapide a Cesena Medaglia d’argento al Valor militare sotto i portici di Palazzo Albornoz.
In mancanza dei due appuntamenti previsti, per approfondire uno dei momenti più complessi e significativi per la storia dell’Italia e dunque di Cesena e per ricordare la Liberazione della città, i cesenati potranno ripercorrere virtualmente sull’app Resistenzamappe.it i tre percorsi storici presenti in città:
La corsa al riparo: il sistema dei rifugi antiaerei
Nel corso della Seconda guerra mondiale le incursioni furono copiose: 962 avvisi suonati dalla sirena di allarme e 76 bombardamenti tra il 13 maggio e l’11 dicembre 1944. I rifugi antiaerei permisero a migliaia di persone di trovare riparo contro la pioggia di bombe. Il percorso comprende: Chiesa di Santa Cristina, Chiesa di San Rocco, Colle della Rocca Malatestiana, Abbazia di Santa Maria del Monte, Foro della Diavolessa, Chiesa dell’Osservanza, Scuola industriale e professionale “Ivo Oliveti”, Cattedrale di San Giovanni Battista, Sirena del Palazzo del Ridotto, Ex Liceo Ginnasio “Monti” (oggi Biblioteca Malatestiana).
Opposizione e oppositori al regime fascista
Un forte e profondo radicamento dei partiti Repubblicano e Socialista (poi anche Comunista) nel suo tessuto storico e sociale rese Cesena e il Cesenate luogo di difficile e contrastata penetrazione del fascismo, che per questo non vi trovò mai adesioni entusiastiche di massa. A ciò contribuì la presenza in città di una realtà operaia come quella dell’Arrigoni, che impiegava maestranze provenienti da una vasta area delle campagne circostanti e fu vera fucina di coscienza di classe e resistenza. Ma tanti furono i modi per opporsi alla dittatura nell’arco dei suoi venti anni: dall’esilio all’aiuto ai ribelli, dalla lotta armata alla renitenza. Il percorso comprende anche la Stazione, l’Arrigoni, la sede del Partito fascista (in Corso Gastone Sozzi), il Palazzo del Comune, il rifugio antiaereo e dunque la Rocca Malatestiana.
La persecuzione degli ebrei
La presenza degli ebrei a Cesena è documentata dalla fine del 1300 e vi è registrata per due secoli, fino a quando le “bolle infami” del Sedicesimo secolo non ne determinarono di fatto l’espulsione. L’affermazione dei valori della rivoluzione francese produsse poi un loro lento ritorno, ma in forme secolarizzate e assimilati. Fu il regime fascista a provocare una nuova drammatica separazione, che fece conoscere alla storia della Città pagine drammatiche di barbarie cui solo pochi ebbero il coraggio di opporsi. Ci fu chi fuggì e chi venne protetto, e per questo si salvò; ma ci fu anche chi venne consegnato ai carnefici e per questo non tornò mai più: il percorso ci mette sulle tracce di tutti loro, per non dimenticare. Il percorso comprende il Convento dell’Osservanza, l’Istituto Sacra Famiglia e l’Abbazia del Monte, Palazzo del Comune, Piazza del Popolo con Casa Saralvo, Palazzo del Ridotto, Casa di Cura San Lorenzino e l’Arrigoni.
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