RIMINI – “Sappiamo la verità e abbiamo le prove”, recita così il manifesto di quest’anno, realizzato dall’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980, quando l’esplosione di una bomba, alle 10:25, provocò 85 morti e 200 feriti. Tra le vittime c’era anche la giovane riminese Flavia Casadei, con i suoi 18 anni, che il Comune di Rimini continua a commemorare, anche con la scuola primaria a Viserba, a lei intitolata.
Come ogni anno la città di Rimini si unisce a Bologna in una doppia commemorazione: nella cerimonia riminese, svoltasi questa mattina nell’Officina Manutenzione Ciclica Locomotive di viale Tripli, che ha visto la partecipazione dell’assessora Roberta Frisoni e nella celebrazione ufficiale bolognese, a cui ha preso parte l’assessore Francesco Bragagni.
Erano oltre 130 gli operai delle Officine di via Tripoli che questa mattina hanno interrotto il loro lavoro per partecipare alla cerimonia di commemorazione, svoltasi per il 44º anniversario delle Stragi della Stazione centrale di Bologna e dei treni Italicus e 906.
Una cerimonia molto sentita, non solo dai ferrovieri, a cui hanno preso parte: Romagnoli Claudio, ing. responsabile dirigente OMCL Rimini (Officine Manutenzione Ciclica Locomotive), Roberta Frisoni, assessora del Comune di Rimini, Leo Anna Nunzia Ispettore della Polfer di Rimini, S.E. Nicolò Anselmi Vescovo della Diocesi di Rimini con don Lauro Bianchi, Brumalli Giorgio e Maffi Marco, vice presidente e consigliere del Dopolavoro Ferroviario di Rimini, i rappresentanti sindacali del territorio, tra cui Elena Fiero (Cisl), Francesca Lilla Parco (Cgil), Federico Martini (Uil), Luca Cancellieri consigliere comunale, Nadia Rossi consigliera regionale e Casadei Claudio, fratello di Flavia Casadei.
“Questa cerimonia di commemorazione del 2 agosto 1980 che oggi, come ogni anno, ci riporta indietro nel tempo – ha ricordato Roberta Frisoni in un passaggio del suo discorso – ci fa riflettere su quei tragici eventi che tanto ci hanno segnato e che in pochi minuti hanno travolto le vite di tante famiglie, tanti giovani, bambini e ragazzi che quel giorno erano magari proiettati a vivere una giornata spensierata al mare o a raggiungere amici o parenti in altre città. Tra loro la nostra Flavia Casadei, 18 anni, che doveva raggiungere Brescia dove l’attendeva suo zio, Manuela Gallon di 11 anni di Bologna, in partenza per Dobbiaco, Kai 8 anni tedesco che andava in vacanza al Lido di Pomposa, Sonia Burri 7 anni di Bari, Angela Fresu 3 anni della Provincia di Firenze, Luca Mauri di 6 anni di Como, Cesare 14 anni di Bari. I loro nomi, le loro storie, le storie delle migliaia di bambine, bambini, ragazze e ragazzi che ancora oggi sono vittime di stragi, di guerre, di gesti folli di ragazzi poco più grandi di loro, fanno scuotere le nostre coscienze. (…) Ritrovarsi qui e vedere il senso di comunità e di solidarietà che i ferrovieri hanno sempre avuto, l’impegno mostrato nella ricostruzione di Rimini nel dopoguerra e l’impegno che ciascuno di voi mette quotidianamente per il bene della comunità è un valore estremamente prezioso che dobbiamo continuare a custodire gelosamente, far crescere e passare di testimone, un po’ come si fa con la fiamma olimpica che in questi giorni illumina i giochi a Parigi e che ricorda al mondo intero l’importanza della pace, della fratellanza, della lealtà e della solidarietà. Grazie ancora quindi per esserci sempre a testimoniare e continuare a far brillare virtualmente qui a Rimini, in questa comunità, in questa e tante altre occasioni, quella piccola fiaccola olimpica che nelle mille difficoltà di questo mondo continuate a sentire il dovere di alimentare.”
Parallelamente a quella di Rimini si è svolta la commemorazione nel centro storico di Bologna, dove era presente il Gonfalone di Rimini con l’assessore Francesco Bragagni. Un corteo e una cerimonia molto partecipati a cui hanno preso parte anche Matteo Lepore, sindaco di Bologna, Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto, Matteo Piantedosi, Ministro dell’Interno e il cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.