Rimini

39 enti ed associazioni contro la bomba atomica

«L’Italia aderisca al trattato»: domenica anche da Rimini l’appello al Governo

RIMINI – Per una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari: Azione Cattolica, Agesci, Caritas, Comunità Papa Giovanni XXII, Operazione Colomba, Movimento dei Focolari, Libera e Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi, insieme in piazza a Rimini per un Italia senza guerra e senza armi nucleari.

Il 25 aprile scorso 39 realtà del mondo cattolico italiano hanno sottoscritto un appello nel quale si chiede al Governo e al Parlamento italiano la ratifica del Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari.

Le Associazioni riminesi organizzano domenica 30 maggio alle 17.30 in Piazzale Fellini  a Rimini una manifestazione a sostegno del documento, per rilanciare con forza la richiesta a governo e Parlamento.

«Attraverso un gesto semplice, esprimeremo il nostro dissenso e rifletteremo insieme su come attuare un’economia disarmata — spiegano gli organizzatori —.  Ascolteremo le testimonianze di alcune vittime delle guerre».

L’appuntamento sarà seguito in diretta YouTube sul sito di Economia disarmata, che vedrà poi i collegamenti in diretta da altre piazze italiane, in ordine da: Napoli – Scampia, Padova, Cuneo, Rimini, Brescia.

Il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari è entrato in vigore lo scorso 22 gennaio, e rende illegale, negli Stati che l’hanno sottoscritto, l’uso, lo sviluppo, i test, la produzione, la fabbricazione, l’acquisizione, il possesso, l’immagazzinamento, l’installazione e il dispiegamento di armi nucleari. Ma l’Italia è rimasta a guardare, portando già nel 2016 le realtà aderenti alla Rete Italiana Pace e Disarmo a promuovere la campagna “Italia, ripensaci”.

«Il nostro Paese – si legge nel documento – non ha né firmato il Trattato in occasione della sua adozione da parte delle Nazioni Unite, né l’ha successivamente ratificato. Tra i primi firmatari di questo Trattato vi è invece la Santa Sede. In Italia, nelle basi di Aviano (Pordenone) e di Ghedi (Brescia), sono presenti ordigni nucleari (B61), una quarantina circa. E nella base di Ghedi si stanno ampliando le strutture per poter ospitare i nuovi cacciabombardieri F35, ognuno dal costo di almeno 155 milioni di euro, in grado di trasportare nuovi ordigni atomici ancora più potenti (B61-12)».

Da qui l’appello delle associazioni cattoliche affinché: «L’Italia ratifichi il Trattato Onu di Proibizione delle Armi Nucleari. La pace non può essere raggiunta attraverso la minaccia dell’annientamento totale, bensì attraverso il dialogo e la cooperazione internazionale».

«Togliamo le ali alle bombe e mettiamole al futuro dei nostri figli», è lo slogan.

Promotori:

Comunità Papa Giovanni XXIII
Operazione Colomba
Caritas
Agesci
Libera
Azione Cattolica Italiana
Movimento dei Focolari
Diocesi di Rimini – Ufficio di Pastorale sociale e del Lavoro

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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