“La Liberazione, con i suoi ideali e i suoi valori, e l’antifascismo alla base della Costituzione; un patrimonio per l’Italia intera e una festa che deve unire”: il sindaco Muzzarelli e don Ciotti in una piazza gremita di gente
MODENA – “Da questa piazza, bellissima e partecipata, di Modena, città Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza, lanciamo con forza un segnale politico a tutto il Paese. Un segnale politico importante perché in questi mesi così difficili, l’antifascismo, il valore della Liberazione e della lotta partigiana sono stati messi spesso in secondo piano, qualche volta persino irrisi e negati.Ed è un errore enorme perché quella della Liberazione è e deve essere una festa unificante”, ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli intervenendo alle celebrazioni per la Liberazione. Accanto a lui il presidente di Libera don Luigi Ciotti, Enza Rando e Vanni Bulgarelli presidente dell’Anpi provinciale ai quali il sindaco ha rivolto un ringraziamento particolare.
Le cerimonie per la Liberazione in programma martedì 25 aprile si sono aperte con la Santa Messa in Duomo, officiata dal vescovo monsignor Erio Castellucci per proseguire con il corteo guidato dalle autorità cittadine (presenti tra gli altri, la prefetta Camporota, la questora Burdese, il presidente del Consiglio comunale Poggi, il presidente della Provincia Braglia, il senatore Vaccari) accompagnato dalla banda cittadina “Ferri”. Al Sacrario della Ghirlandina le autorità cittadine hanno omaggiato i caduti con la deposizione di una corona di fiori prima della manifestazione conclusiva idove davanti a una piazza gremita di gente e di bandiere tricolore sono intervenuti don Ciotti e il sindaco Muzzarelli sottolineando che “la Liberazione, con i suoi ideali e i suoi valori fondamentali, rappresenta un patrimonio di tutta l’Italia. È da questo giorno del 1945 che è ripartita l’Italia democratica: l’antifascismo – ha affermato il sindaco di Modena – è la radice e patrimonio del Paese e univa forze diversissime tra loro che insieme hanno lavorato in Assemblea costituente per dare vita a una Costituzione che tutelasse tutti e riportasse il paese alla democrazia”.
E a proposito della Costituzione, il sindaco di Modena ha ricordato come “le conquiste politiche, sociali, culturali, i diritti, la libertà di opinione, di voto, di associazione, di cui oggi godiamo, trovano il loro saldo radicamento nel 25 aprile”. Altro che “non c’è l’antifascismo nella Costituzione”. Si vergogni Presidente La Russa: la Costituzione è l’antifascismo, l’antifascismo è alla base della Costituzione”, ha osservato a proposito delle affermazioni del presidente del Senato.
“È grazie alla Repubblica e alla sua Costituzione nate dalla Resistenza – ha quindi proseguito il sindaco – che i diritti furono estesi a tutti, senza eccezioni. Questa la grande eredità della lotta partigiana. Grazie al riconoscimento da parte degli Alleati della loro importanza nella lotta di Liberazione, i partigiani hanno ripreso in mano le sorti dell’Italia e il destino loro e di tutto il nostro paese. Da Roma devono cessare le ambiguità, l’antifascismo deve unire tutti, non basta non essere fascisti”, ha osservato ricordando “eroismi e valori rappresentati da donne e uomini come Aude Pacchioni e Ermanno Gorrieri, oltre a migliaia di italiani, militari e civili, che dopo l’8 settembre combatterono per una “Patria libera, democratica, fondata sul rispetto reciproco, bilanciamento di diritti e doveri, sulla pace, sulla convivenza, umanità e fratellanza, sul lavoro libero e dignitoso: valori di cui la politica deve ricordarsi ogni giorno – ha osservato – quando affronta problemi concreti come sicurezza, accoglienza e immigrazione”. Infine, menzionando le parole del presidente della Repubblica Mattarella sull’orrore dei campi di concentramento, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha dedicato anche un pensiero e un applauso a Liliana Segre: “cittadina onoraria di questa città per un voto unanime di tutto il Consilma: «Il 25 Aprile sia anche la giornata della memoria per ricordare il ruolo chiave, lo spirito di abnegazione, le competenze e le qualità umane dei tanti infermieri italiani impegnati al fianco dei soldati».