ALTO RENO TERME (BO) – L’associazione Porretta Cinema è lieta di annunciare la nuova edizione Festival, giunta al suo 23esimo anno, che si terrà nella suggestiva cornice di Porretta Terme, dal 7 al 15 dicembre.
Diretto da Luca Elmi, il Festival del Cinema di Porretta Terme è rappresentato dalla locandina che ritrae uno dei protagonisti dell’edizione: Glauber Rocha. In occasione del 60esimo anniversario del suo film più iconico, Il dio nero e il diavolo biondo, il festival dedica al regista tra i più influenti della storia del cinema brasiliano e figura chiave del Cinema Novo una sezione ad hoc, con la proiezione di due dei suoi film più significativi. Proprio nel 1964, Rocha ricevette alla Mostra del cinema libero di Porretta il Najade d’Oro, il primo importante riconoscimento al regista da parte della critica internazionale. Un cinema legato ai miti e alle leggende brasiliane, caratterizzato da una fervida immaginazione e da una forte militanza politica quello di Rocha, in linea con i film amati e promossi storicamente dal Festival. I momenti dedicati saranno lunedì 9 dicembre con la proiezione di Il dio nero e il diavolo biondo, mentre martedì 10 dicembre sarà la volta di Antonio Das Mortes (1969).
Sempre in apertura, sabato 7 dicembre, il Festival del Cinema di Porretta vedrà protagonista un ospite speciale, un’artista simbolo di un’epoca e voce preziosa del nostro territorio a cui verrà conferito un Premio Speciale. Francesco Guccini, per la prima volta in assoluto, racconterà i suoi film del cuore, quelli a cui è particolarmente affezionato e che hanno segnato la sua vita. Il più colto dei cantautori italiani – come lo definì Umberto Eco – approfondirà lo stretto legame tra cinema e musica, ripercorrendo le sue esperienze e il suo rapporto con la settima arte. Tra i film del cuore di Guccini troviamo L’attimo fuggente (1989) che verrà proiettato sabato 7 dicembre, a seguire incontro e premiazione.
Il Festival di Porretta, vetrina curiosa e attenta alle manifestazioni cinematografiche autoriali più significative e in linea con la Mostra Internazionale del Cinema Libero del 1960, dal quale è nata, si compone di diverse sezioni e momenti volti a promuovere la cultura cinematografica presso il territorio e le giovani generazioni.
Giunto alla sua XII edizione e focus del Festival, il Concorso Fuori dal Giro vedrà in competizione sei pellicole nazionali di qualità. Il Concorso, per il terzo anno consecutivo, si avvale anche del Premio della Critica Italiana SNCCI, assegnato dal Sindacato dei Critici Cinematografici italiani. In questa edizione verranno proiettati – alla presenza dei rispettivi registi – Una storia nera di Leonardo D’Agostini, Anywhere anytime di Milad Tangshir, Quasi a casa di Carolina Pavone, L’incidente di Giuseppe Garau, Taxi monamour di Ciro De Caro, mentre alla proiezione di La storia del Frank e della Nina di Paola Randi sarà presente l’attore Samuele Teneggi.
Ad affiancare i film in concorso, per la prima volta al festival, saranno presentati sei corti provenienti dal Memphis & Shelby County Film and Television Commission e che verranno proiettati dall’8 al 13 dicembre: “What Were You Meant For?” di Kevin Brooks, “The Devil Will Run” di Noah Glenn, “What Life Is” di Brandon Russell, “Loveshake” di Caleb Suggs, “Soul Man” di Kyle Taubken e “Green Ribbon” il video musicale di Louise Page diretto da Laura Jean Hocking. “Soul Man” e “The Devil Will Run” hanno vinto entrambi il Best Hometowner Short Film awards all’ultimo Indie Memphis Film Festival. L’inedito gemellaggio è stato realizzato grazie al prezioso supporto di Graziano Uliani, fondatore e direttore artistico del Porretta Soul Festival, e vedrà i film premiati a Porretta Terme essere ospitati a loro volta dal Memphis & Shelby County Film and Television Commission.
La retrospettiva della 23esima edizione è dedicata al regista Giorgio Diritti. La proiezione di cinque titoli firmati dal regista bolognese e l’incontro che si terrà domenica 8 dicembre saranno occasione per osservare nel dettaglio il significativo ed eclettico percorso che ha intrapreso in questi anni di carriera. Durante la manifestazione verranno proiettati: L’uomo che verrà (2009), Lubo (2023), Volevo nascondermi (2020), Un giorno devi andare (2013), Il vento fa il suo giro (2005).
Il legame tra il Festival del Cinema di Porretta e il territorio si realizza in un fil rouge che lega tutte le sezioni e, in particolare, nel Focus Emilia-Romagna. Più di ogni altra sezione, il focus si concentra su opere filmiche radicate nel tessuto culturale e sociale della regione Emilia-Romagna, promosse dalla Film Commission, e volte alla conoscenza del territorio a livello internazionale. Si inizia lunedì 9 dicembre (con replica l’11 dicembre) con la proiezione di Io e il secco, originale opera prima di Gianluca Santoni a cui seguirà l’incontro con l’attore protagonista Andrea Lattanzi. Martedì 10 dicembre (con replica il 13 dicembre) è la volta di The truth on Sendai City, proiettato per la prima volta in assoluto in Emilia-Romagna e alla presenza del regista Marco Bolognesi. A seguire martedì 10 dicembre e mercoledì 11 dicembre, gli incontri con CamERActing – Essere attori nell’audiovisivo, un percorso formativo, curato dall’ente di formazione Cronopios, che pone il focus sulla complessa struttura del lavoro dell’attore cinematografico e televisivo, che, oltre alle competenze in materia di interpretazione e recitazione, deve avere conoscenze e capacità tecniche che lo pongano in dialogo attivo con tutte le professionalità che compongono la complessa “macchina” produttiva cinematografica. Nel corso degli incontri con i responsabili del progetto, tra cui l’attore Stefano Pesce e l’attrice Licia Navarini, verranno presentati due reel realizzati nel corso dell’ultimo biennio. Il pubblico potrà vedere Le Variabili Del Tempo (2023), diretto da Stefano Pesce partendo da una sceneggiatura realizzata da Bottega Finzioni ETS, e Dasvidania (2024), scritto e diretto da Ambrogio Lo Giudice. I due incontri fanno parte degli appuntamenti con le scuole nella sezione I Mestieri del cinema, spazio tradizionalmente dedicato alle giovani generazioni e al territorio.
La sezione Focus Emilia-Romagna si conclude mercoledì 11 dicembre con 100 preludi di Alessandra Pescetta.
Unicum del suo genere è il Premio Nazionale Elio Petri, fiore all’occhiello del festival dedicato al grande regista. L’Associazione Porretta Cinema è orgogliosa di organizzare l’unico Premio dedicato all’emblematica figura di Elio Petri, regista e pietra miliare del cinema italiano e internazionale. L’idea del Premio Nazionale Elio Petri nasce dalla volontà di omaggiare l’opera di Petri – in considerazione del rapporto speciale che ha legato il regista alla Mostra del Cinema Libero di Porretta Terme, dove nel 1971 insieme a Gian Maria Volonté presentò in anteprima mondiale La classe operaia va in paradiso – attraverso la commemorazione e la memoria, ma soprattutto di valorizzare un’opera contemporanea che si distingua per le tematiche di denuncia sociale e politica in linea con il cinema di Petri. A sposare il progetto, giunto alla sua sesta edizione, interlocutori prestigiosi del calibro della Fondazione Cineteca di Bologna, del sostegno e del patrocinio della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiC e della famiglia dell’autore, nella persona di Paola Pegoraro Petri. La cinquina che concorrerà all’edizione 2024 del Premio sarà composta da El paraiso di Enrico Maria Artale, Vermiglio di Maura Delpero, Palazzina Laf di Michele Riondino, Quell’estate con Irène di Carlo Sironi e Gloria! di Margherita Vicario.
Anche in questa nuova edizione, verrà assegnato il Premio Speciale Elio Petri, insignito quest’anno a un attore e regista italiano che ha saputo distinguersi nel corso del 2024 per le numerose opere cinematografiche di qualità in cui è stato protagonista, Elio Germano. Un ulteriore Premio Speciale Elio Petri sarà assegnato a Felice Laudadio, attore, scrittore, sceneggiatore, critico per cinema e teatro, direttore di noti festival cinematografici.
In linea con lo spirito che ha da sempre caratterizzato la storia cinematografica di Porretta, il Festival anche quest’anno offre un ampio spazio a mondi e culture lontane nella sezione Uno sguardo altrove, dedicata alle cinematografie straniere e che dal 2018 arricchisce la settimana del festival. Lo sguardo del Festival quest’anno è rivolto alla Spagna nella giornata di sabato 14 dicembre con il film Saturn Return (Segundo Premio) di Isaki Lacuesta e Pol Rodríguez. Il biopic, candidato per la Spagna agli Oscar 2025, è ispirato alla storia della leggendaria band spagnola indie rock di Granada Los Planetas. Si prosegue domenica 15 dicembre con la proiezione in anteprima nazionale dell’intenso To a Land Unknown, secondo lungometraggio del regista danese-palestinese Mahdi Fleifel in cui un rifugiato palestinese che vive ai margini della società ad Atene viene derubato da un trafficante e decide di vendicarsi. Un dramma sui migranti pieno di empatia, con un protagonista che non ammette compromessi, To a Land Unknown è stato proiettato alla Quinzaine des Réalisateurs, unico film palestinese a Cannes 2024.
Sempre in Spagna ci porta la sezione La Prima Volta di… che ripropone sul grande schermo le opere prime di artisti di fama internazionale. Protagonista in questa edizione Pedro Almodóvar con Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (1980), primo film del regista più popolare del cinema spagnolo, rinomato anche a livello internazionale.
Imprescindibile anche quest’anno l’omaggio ad un artista che ha segnato la storia del cinema italiano, uno dei più grandi attori italiani del Novecento che ha saputo valicare i confini nazionali conquistando la fama internazionale. Quest’anno il festival omaggia Marcello Mastroianni – che il 28 settembre 2024 avrebbe compiuto 100 anni – con le proiezioni di La Notte di Antonioni e Allosanfàn dei fratelli Taviani.
Al festival anche un altro sentito omaggio ad un altro volto iconico del grande cinema, mancato la scorsa estate, Alain Delon. Nei cinema dell’appennino verranno proiettati Borsalino (1970) il 5 dicembre al Cinema Nuovo di Vergato e Il clan dei siciliani (1969) il 6 dicembre al Cinema Teatro La Pergola di Vidiciatico.
Tra le novità di quest’anno la sezione Sguardo Milano, dove cinema e social danno vita un vivace scambio di vedute con le proiezioni sabato 14 dicembre di Tre euro e quaranta di Antonino Giannotta – appassionato di cinema e divulgatore da oltre 69mila follower – che racconta le precarie condizioni economiche dei giovani, e di No Ball Games primo cortometraggio di video arte di Simone Peluso ispirato all’omonimo progetto fotografico – ma non solo – di Ernico Rassu.
Per la prima volta sarà presente al festival anche un momento e uno spazio di riflessione sull’equità di genere declinato nel mondo del cinema nell’incontro dal titolo Schermi asimmetrici. Chi racconta davvero? Talk sul gender gap nel cinema italiano con Cinematografica e Maria Iovine (Women in Film and Television). L’incontro del 12 dicembre sarà occasione per riflettere sull’equità di genere declinata nel mondo del cinema, in dialogo con l’associazione CinematograFica, che da anni si occupa di sensibilizzare sulle tematiche della parità di genere, femminismi e contrasto della violenza. L’intento è quello di provare a stimolare il dialogo col pubblico sulle disuguaglianze di genere nell’industria cinematografica, con un focus sul cinema italiano e le sue registe. L’incontro è in collaborazione con la città metropolitana di Bologna, all’interno del Piano per l’uguaglianza.
Il coinvolgimento delle scuole nel Festival si realizza con l’evento speciale dedicato ai ragazzi con la proiezione di IF – Gli animali immaginari che si terrà domenica 15 dicembre.
Anche quest’anno si rinnova la presenza al Festival del Cinema di Porretta della Giuria SNCCI – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. La giuria, composta da Marianna Cappi, Alessandro Amato, Anna Di Martino assegnerà a uno dei film del concorso Fuori dal Giro il Premio della Critica Italiana nella giornata di sabato 14 dicembre.
Venerdì 13 dicembre il festival ospita il Premio O2 – Cinemaitaliano.info indetto da Cinemaitaliano.info per individuare la migliore opera seconda italiana dell’anno. In questa prima edizione sono stati presi in esame i film usciti tra settembre 2023 e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2024. La redazione di CinemaItaliano.info, quotidiano online di informazione cinematografica nato nel 2005, ha selezionato cinque titoli come i migliori degli ultimi dodici mesi: Another End di Piero Messina, Diva Futura di Giulia Louise Steigerwalt, I limoni d’inverno di Caterina Carone, Quell’estate con Irene di Carlo Sironi e Vermiglio di Maura Delpero.
La giuria di critici e critiche cinematografici individuerà il migliore tra questi che verrà premiato venerdì 13 dicembre durante la 23esima edizione del Festival del Cinema di Porretta Terme.
I FILM IN CONCORSO FUORI DAL GIRO
UNA STORIA NERA di Leonardo D’Agostini, 2024
Dopo anni di grande amore ma anche di forte gelosia e violenza da parte di Vito, la coppia ha deciso di separarsi anche per amore dei figli. Il 7 agosto 2012, il giorno del terzo compleanno di Mara, la figlia minore, la famiglia si riunisce e Vito partecipa ai festeggiamenti della bambina. A fine serata l’uomo lascia l’abitazione della ex moglie e scompare nel nulla. Carla e i suoi figli lo cercano dappertutto disperatamente ma senza risultato. Anche la nuova compagna di Vito e tutta la sua famiglia si mettono sulle sue tracce. Vito è conosciuto in città, suo padre e sua sorella sono personaggi potenti. Ma quando si mette di mezzo la polizia, viene fuori una verità che sembra nascondere molti segreti…
ANYWHERE ANYTIME di Milad Tangshir, 2024
Issa è un giovane immigrato clandestino che a Torino cerca di sopravvivere come può. Licenziato dal suo vecchio datore di lavoro, grazie a un amico inizia a fare il rider. Ma l’equilibrio appena conquistato crolla quando, durante una consegna, gli viene rubata la bicicletta appena comprata. Issa intraprende così un’odissea disperata per le strade della città, per ritrovare la sua bici.
QUASI A CASA di Carolina Pavone, 2024
Arriva un momento nella vita in cui dobbiamo iniziare a capire quale sia il nostro posto nel mondo. Caterina ha vent’anni e potrebbe averlo scoperto: vuole fare la musicista, ma è paralizzata dalla paura e dall’insicurezza. Un’estate conosce il suo idolo, la cantante francese Mia. È l’inizio di un rapporto complesso, che accompagnerà Caterina negli anni e le permetterà finalmente di sentirsi a casa. Quasi.
L’INCIDENTE di Giuseppe Garau, 2024
Marcella (Giulia Mazzarino) è una donna a cui si sgretola la vita dopo la separazione dal marito, la perdita del lavoro e la perdita del rapporto con sua figlia a seguito di un grave incidente d’auto. Decide, quindi, di acquistare un carro attrezzi con la speranza di rimettere a posto ogni pezzo del puzzle della sua vita. Dotata di tenacia e di gentilezza, la donna cerca di mettere in discussione il suo carattere e i suoi principi finché, ferma ad un semaforo, si ritrova tra le mani una rischiosa opportunità che però potrebbe essere finalmente risolutiva.
TAXI MONAMOUR di Ciro De Caro, 2024
Il film racconta l’incontro tra due donne all’apparenza diverse ma che in fondo si assomigliano molto. Anna è in conflitto con sé stessa e la propria famiglia e affronta in solitudine la sua malattia; Cristi fugge da una guerra che la tiene lontana da casa. Tutti consigliano ad Anna di seguire il suo compagno in un viaggio di lavoro e a Cristi di restare al sicuro in Italia. L’incontro, seppur breve, sarà un tuffo nella libertà.
LA STORIA DEL FRANK E DELLA NINA di Paola Randi, 2024.
La storia del Frank e della Nina ce la racconta Gollum. Gollum è un narratore senza voce. È muto. Non perché non gli vengono le parole, ma perché gli s’inceppano nell’epiglottide e al loro posto esce un suono così brutto e scuro che gli sembra il gorgoglio del lavandino e di solito la gente si spaventa e lo evita o lo prende in giro. Tutti. Tranne il Frank e la Nina.
I FILM DELLA RETROSPETTIVA DEDICATA A GIORGIO DIRITTI
L’UOMO CHE VERRÀ (2009)
1943/1944. Martina ha otto anni ed è l’unica figlia di una coppia di poveri contadini. La sua famiglia vive in un paesino alle pendici di Monte Sole e la bambina ha smesso di parlare qualche anno prima quando il suo fratellino è morto dopo pochi giorni di vita. La sua mamma è di nuovo incinta e Martina trascorre le sue giornate aspettando e sognando il suo ‘nuovo’ fratellino. Nel frattempo la vita diventa ogni giorno più difficile: il paesino dove vivono è stretto tra le brigate partigiane del comandante Lupo e i nazisti che avanzano e diventa sempre più impossibile non fare i conti con la realtà della guerra. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre del 1944 finalmente nasce il bambino e poche ore dopo le SS iniziano un rastrellamento senza precedenti. È l’inizio di quella che verrà ricordata come la strage di Marzabotto in cui persero la vita 780 civili, in maggioranza donne e bambini.
LUBO (2023)
Lubo è la storia di un nomade, un artista di strada che nel 1939 viene chiamato nell’esercito elvetico a difendere i confini nazionali dal rischio di un’invasione tedesca. Poco tempo dopo scopre che sua moglie è morta nel tentativo di impedire ai gendarmi di portare via i loro tre figli piccoli, che, in quanto Jenisch, sono stati strappati alla famiglia, secondo il programma di rieducazione nazionale per i bambini di strada (Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse). Lubo sa che non avrà più pace fino a quando non avrà ritrovato i suoi figli e ottenuto giustizia per la sua storia e per quella di tutti i diversi come lui.
VOLEVO NASCONDERMI (2020)
Torna alla vita sul grande schermo il pittore Antonio Ligabue. Selvaggio, imprevedibile, disadattato, considerato per tutta la sua vita un “povero pazzo”. A vestire i panni dell’artista svizzero è Elio Germano, reso irriconoscibile dal perfetto make-up di scena e dalle sue innegabili attitudini camaleontiche. Girato nella provincia di Reggio Emilia, Volevo nascondermi riporta Ligabue nei luoghi dove il pittore visse per quasi tutta la sua vita dopo l’estradizione dalla Svizzera: le banchine lungo il Po e i boschi di pioppi dove si rifugiava per schizzare veloce sulla carta le fiere esotiche che popolavano la sua fantasia: tigri, giaguari, leoni. E sempre dalla natura, dalla terra degli argini del fiume, Ligabue ricava la materia delle sculture alle quali si comincia a dedicare negli anni ’30.
UN GIORNO DEVI ANDARE (2013)
Dolorose vicende familiari spingono Augusta, una giovane donna italiana, a mettere in discussione le certezze su cui aveva costruito la sua esistenza. Su una piccola barca e nell’immensità della natura amazzonica inizia il suo viaggio accompagnando Suor Franca, un’amica della madre, nella sua missione presso i villaggi indios. Il percorso di Augusta sembra mosso solo dalle domande per cui non ha risposte. Lasciata Franca, Augusta si cala nella realtà delle favelas di Manaus: qui nell’incontro con la gente semplice del luogo torna a percepire la forza atavica dell’istinto di vita, intraprendendo il “suo” viaggio fino ad isolarsi nella foresta, accogliendo il dolore e riscoprendo l’amore, nel corpo e nell’anima. In una dimensione in cui la natura assume un senso profetico, scandisce nuovi tempi e stabilisce priorità essenziali, Augusta affronta l’avventura della ricerca di sé stessa, incarnando la questione universale del senso dell’esistenza umana.
IL VENTO FA IL SUO GIRO (2005)
Un ex professore decide di trasferirsi con tutta la sua famiglia – una moglie e tre figli – in un paesino di poche anime, sulle montagne, per poter vivere secondo natura. Philippe e sua moglie vivono di pastorizia, cercando di raggiungere quel difficile equilibrio con le cose del mondo e con gli anziani abitanti del posto. Con il passare del tempo, però, i problemi aumentano e la diffidenza di alcuni abitanti non viene meno. Il paese si divide, succedono fatti spiacevoli, per Philippe si fanno sempre più difficili la vita e il lavoro. L’ideale della tolleranza nella valle dove, come dice un personaggio del film, «un tempo vivevano ebrei, musulmani, eretici, cattolici, tutti insieme», può venire meno.
L’OMAGGIO A MARCELLO MASTROIANNI
LA NOTTE, di Michelangelo Antonioni, 1961
Giovanni Pontano, scrittore milanese di successo, attraversa un periodo di crisi matrimoniale. Il dialogo con sua moglie Lidia sembra ormai perduto. Insieme fanno visita a un amico morente, partecipano a un party letterario in onore di Giovanni e a una festa nella sontuosa villa di campagna di un grande industriale, dove si buttano entrambi in deludenti avventure sentimentali. Ma all’alba…
ALLONSANFÀN, di Vittorio Taviani e Paolo Taviani, 1974
1816. L’impero napoleonico è crollato e nell’Europa della Restaurazione vengono ristabiliti gli antichi equilibri, mentre gli ultimi rivoluzionari sono dispersi. Tra loro c’è Fulvio Imbriani, un patrizio lombardo aderente alla setta dei Fratelli sublimi che dopo dieci anni torna nella villa di famiglia riscoprendo così gli agi della sua posizione sociale. Quando lo raggiungono Charlotte, madre di suo figlio Massimo, e Francesca, Fulvio sarà però costretto a fare i conti con la sua coscienza rivoluzionaria, trovandosi così coinvolto nell’organizzazione di una nuova spedizione nel Meridione.
L’OMAGGIO AD ALAIN DELON
BORSALINO, di Jacques Deray, 1970
A Marsiglia nel 1930 i due malviventi Roch Siffredi e François Capella si associano per mettere a frutto la loro vocazione di vivere senza lavorare. La città è dominata dai due gangster Poli e Marello, che controllano l’uno il mercato delle carni, l’altro le bische e i locali notturni. Riusciranno a conquistare la città?
IL CLAN DEI SICILIANI, di Henri Verneuil, 1969
Con la complicità del clan Manalese, capeggiato dal boss Vittorio, Roger Sartet evade da un cellulare della polizia. Ricercato dall’ispettore Le Goff, Roger propone un colpo formidabile ai Siciliani: rapinare una mostra di gioielli a Roma.
IL FOCUS EMILIA ROMAGNA
IO E IL SECCO di Gianluca Santoni, 2024
Per salvare sua madre dalla violenza di suo padre, il piccolo Denni ingaggia un superkiller. Ma in realtà è solo Il Secco, un innocuo sbandato con un gran bisogno di soldi.
THE TRUTH ON SENDAI CITY di Marco Bolognesi, 2024
Sendai è un agglomerato urbano il cui creatore e padrone unico è il Grande Cervello, un essere in continua espansione che si nutre delle emozioni degli schiavi che vivono sotto la superficie di Sendai. Le parole d’ordine che reggono la convivenza civile nella grande città sono tre: Ordine, Benessere, Sicurezza. Tutto ciò che accade a Sendai rispecchia questo credo. Persino le elezioni sembrano una formalità per decidere chi sarà il braccio destro dell’eterno creatore. Ma qualcosa cova sotto la perenne pacificazione in cui vivono i cittadini di Sendai. Un gruppo di mutanti resiste al potere della cibernazione, il processo che annulla l’individuo e lo fonde nella massa indistinta che compone la società. A Sendai City l’identità individuale non esiste, secondo la convinzione ormai imperante che per vivere in maniera sicura e in pace sia necessario un annullamento dell’io. Si vive cioè in un paradosso, tipico delle dittature: per essere liberi bisogna essere controllati e sorvegliati. Il braccio armato della Resistenza è la mutante Syan, una donna seducente dalla pelle di zaffiro che, privata dei suoi ricordi, ha il compito di uccidere il Generale Von Spieldorf, suo amante passato e futuro vincitore delle elezioni. Ma Syan non è l’unica a volere la morte del Generale Von Spieldorf.
100 PRELUDI di Alessandra Pescetta, 2023
La giovane Mara si trasferisce a Ferrara con l’aspirazione di diventare una grande violoncellista. All’Accademia di musica frequenta il corso di un maestro dai metodi poco convenzionali. Entra a far parte di un trio e instaura un ottimo rapporto con i compagni. Mara, dopo un periodo di studio coinvolgente, non riesce più a sopportare la singolare metodologia del maestro. Quando una persona importante del suo passato viene a mancare cade in una profonda crisi. Decide di abbandonare gli studi accademici e di isolarsi nella propria ostinata ambizione, esercitandosi in maniera sfiancante per dimostrare a sé stessa il talento negatole. Inizia così a vivere con razionalità disumana eliminando tutto il superfluo, rinunciando e scegliendo di vivere con soli cento oggetti in una lenta e inesorabile autodistruzione. Mara però troverà in questa esperienza l’equilibrio per catturare con la musica i momenti effimeri della bellezza e riportarli in una composizione rivoluzionaria e geniale.
SGUARDO MILANO
TRE EURO E QUARANTA, di Antonino Giannotta, 2024
3,40€ sono i soldi rimasti al protagonista del film, che, con Milano sullo sfondo, cercherà di restare a galla cercando un nuovo lavoro, l’amore, e di realizzare il sogno di una vita: vedere i suoi quadri appesi nelle migliori gallerie del mondo.
NO BALL GAMES, di Simone Peluso, 2024
Un tuffo psicomagico fra schemi mentali umani e campagne inglesi, raccontato dalle mani di un professore sconosciuto.
UNO SGUARDO ALTROVE
SATURN RETURN (SEGUNDO PREMIO), di Isaki Lacuesta, 2024
Nella Granada in piena fibrillazione artistica e culturale della fine degli anni ’90, un gruppo rock indipendente si appresta a cambiare la scena musicale spagnola. Poco prima dell’uscita del loro album, tuttavia, la band vive il suo momento più delicato. Il bassista e il batterista hanno lasciato il complesso, lasciando soli il cantante e il chitarrista. Quest’ultimo, però, è immerso in una pericolosa spirale autodistruttiva da cui non sembra riuscire a emergere.
TO A LAND UNKNOWN, di Mahdi Fleifel, 2024
Dopo essere fuggiti dal campo profughi in Libano dove si trovavano con le famiglie, i cugini palestinesi Chatila e Reda sono giunti ad Atene. Il loro obiettivo è arrivare in Germania ma finché non riescono a comprare dei documenti falsi, i due rimarranno bloccati in Grecia. Ecco perché stanno risparmiando per raggiungere la somma necessaria. Reda però ha un grave problema di tossicodipendenza che lo porta a spendere tutti i soldi risparmiati con tanta fatica. Chatila è disperato e decide di ricorrere a un piano molto pericoloso per recuperare il denaro, prendere in ostaggio delle persone fingendosi dei contrabbandieri.
I CORTI PROVENIENTI DAL MEMPHIS & SHELBY COUNTY FILM AND TELEVISION COMMISSION
“What Were You Meant For?” di Kevin Brooks
“The Devil Will Run” di Noah Glenn
“What Life Is” di Brandon Russell
“Loveshake” di Caleb Suggs
“Soul Man” di Kyle Taubken
“Green Ribbon” il video musicale di Louise Page diretto da Laura Jean Hocking
Il festival del Cinema di Porretta gode del contributo della Regione Emilia-Romagna, della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiC, del Comune Alto Reno Terme; in collaborazione con: Cineteca di Bologna, CSC centro sperimentale, Emilia-Romagna Film Commission, Cinemaitaliano.info; il patrocinio di Città metropolitana, Unione dei Comuni dell’appennino bolognese, AFIC, FICE Emilia-Romagna.
Gli Sponsor del festival: BCC Felsinea, Gaggia Spa, Coop Reno, Helvetia Spa, Trenitalia Tper, ViviAppennino, Piquadro, Metalcastello Spa.
I media partner del festival: Cinecittà News, MYmovies, Taxidrivers, Rai Radio 3, Radio Fujiko, Radio Dimensione Musica.
Associazione Porretta Cinema e il Festival del Cinema di Porretta Terme
L’associazione Porretta Cinema nasce senza scopo di lucro con l’obiettivo di allargare l’offerta culturale del proprio territorio e proseguire l’esperienza del Festival del Cinema di Porretta Terme. L’operato dell’associazione si inserisce idealmente nel solco della tradizione della Mostra del Cinema Libero di Porretta Terme che durante gli anni ’60 costituì uno dei più importanti antifestival italiani e senza censure proiettò in anteprima La classe operaia va in paradiso e Ultimo Tango a Parigi.
In poco più di 20 anni il Festival del Cinema di Porretta Terme ha portato in provincia di Bologna due premi Oscar e alcuni dei più prestigiosi nomi della cinematografia nazionale e internazionale, come Mario Monicelli, Ken Loach, Constantin Costa Gavras o Marco Bellocchio. Il Festival ha così contribuito alla ricchezza del territorio dell’Alta Valle del Reno e alla sua vivacità culturale, offrendo la possibilità di approfondire la conoscenza di autori universalmente riconosciuti, anche attraverso l’incontro diretto con il regista, in un contesto piacevole e informale.
SITO WEB: www.porrettacinema.com