Parma

20 marzo: lectio magistralis di Mimmo Cuticchio, maestro dell’Opera dei pupi

Al Teatro al Parco alle 15.30. Iniziativa del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali dell’Università di Parma nell’ambito della “residenza artistica” parmigiana di Cuticchio

PARMA – Sarà una sorta di viaggio nelle meraviglie dell’Opera dei pupi la lectio magistralis che Mimmo Cuticchio terrà martedì 20 marzo alle 15.30 al Teatro al Parco: un viaggio “d’autore” condotto da chi di quell’arte è oggi il protagonista più illustre. L’opera dei pupi dalla piccola alla grande scena (questo il titolo della lectio) è organizzata dal Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali dell’Università di Parma nell’ambito della “residenza artistica” parmigiana di Cuticchio, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune con il Teatro delle Briciole dal 17 al 24 marzo.

Nel corso della lectio, dedicata agli studenti dell’Ateneo ma aperta a tutti gli interessati, Cuticchio ripercorrerà le tappe e le espressioni della sua lunga carriera artistica, introdotto dal Rettore dell’Università Paolo Andrei e da Luigi Allegri, docente di Storia del teatro e dello spettacolo.

Mimmo Cuticchio è notoriamente il più prestigioso e consapevole esponente della secolare tradizione dell’Opera dei pupi siciliani, riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio orale e immateriale dell’umanità. Patrimonio immateriale in quanto spettacolo, di per sé “effimero”, ma in realtà realizzato con la materialità di fascinose marionette armate dalle corazze luccicanti, costruite con straordinaria maestria artigianale sedimentata generazione dopo generazione.

Ma definire Mimmo Cuticchio solo come l’erede massimo di questa tradizione risulterebbe oltremodo riduttivo, perché l’artista siciliano è in realtà teatrante a tutto tondo: autore, regista e attore di teatro tout court, capace di far dialogare i suoi pupi e di dialogare lui stesso con l’universo dei grandi palcoscenici internazionali. Cuticchio sa costruire eventi teatrali complessi e spettacolari, ricchi di consapevolezza tecnica e metodologica, ma è anche capace di stupire con la sua fantastica presenza scenica, da solo in scena con la spada di legno in mano, quando racconta le storie dei Paladini di Francia attraverso il cunto, un racconto ritmato e spezzato, quasi cantato e cadenzato dal battere del piede sulle assi del palcoscenico. Uno spettacolo di estrema semplicità e insieme di stupefacente fascino.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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